Pulp Fiction

8,9

1994

Regia: Q.Tarantino

Genere: Drammatico

Genere: Poliziesco

CAST

John Travolta

Uma Thurman

Harvey Keitel

Tim Roth

Bruce Willis

Amanda Plummer

Christopher Walken

Rosanna Arquette

Eric Stoltz

Ving Rhames

Samuel L. Jackson

Maria De Medeiros



PULP FICTION
Anno 1994
Durata 153
Origine USA
Colore C
Genere DRAMMATICO, POLIZIESCO
Specifiche tecniche SCOPE
Produzione A BAND APART, JERSEY FILMS, MIRAMAX FILMS
Distribuzione CECCHI GORI GROUP (1994) - CECCHI GORI HOME VIDEO.
Vietato 14
Regia
Quentin Tarantino
Attori
John Travolta Vincent Vega
Samuel L. Jackson Jules
Uma Thurman Mia Wallace
Harvey Keitel Mr. Wolf
Tim Roth Pumpkin
Bruce Willis Butch
Amanda Plummer Honey Bunny
Christopher Walken Koons
Rosanna Arquette Jody
Eric Stoltz Lance
Ving Rhames Marsellus Wallace
Maria de Medeiros Fabienne
Soggetto
Roger Avary
Quentin Tarantino
Sceneggiatura
Quentin Tarantino
Fotografia
Andrzej Sekula
Musiche
Karyn Rachtman
Montaggio
Sally Menke
Scenografia
David Wasco
Costumi
Betsy Heimann
Effetti
Larry Fioritto
Trama Jules Winnfield, un nero, e Vincent Vega, un bianco, accoliti del boss Marsellus Wallace, dopo aver discusso sulla defenestrazione, ad opera di costui, si preparano per andare a giustiziare gli uomini di Antoine. Frattanto Vincent, dopo aver accompagnato Mia a cena e a ballare, è costretto a riaccompagnarla a casa: qui la donna, tossicodipendente, ha una crisi di overdose, e Vincent, terrorizzato, la trasporta in automobile nella casa del fornitore della droga insieme al quale riesce a salvarla dopo averle praticato un'iniezione intracardiaca. Poi Jules e Vincent penetrano nell'appartamento dove si trovano gli accoliti di Antoine: mentre stanno per recuperare una valigetta piena di soldi dopo aver ucciso due dei tre uomini presenti, un giovane, nascosto nella stanza accanto, improvvisamente irrompe e scarica il revolver contro i due, che restano miracolosamente illesi. Jules dopo averlo ucciso, parla di segnale dal cielo, e mentre si allontana in automobile con l'uomo superstite, Vincent lascia partire un colpo che a questi spappola il cervello. Rifugiatosi col cadavere da Jimmy, un amico di Jules, chiedono aiuto a Marsellus, che fa intervenire un tale, Wolf, il quale con professionalità organizza la sparizione del morto e dell'automobile, tramite una compiacente sfascia carrozze. In taxi, i due vanno al fast food dove due malavitosi, Pumpkin e Honey, stanno per iniziare una rapina. Jules blocca Pumpkin e lo disarma, ed infine lascia andare i due, deciso a restituire la valigetta col denaro a Marsellus e mettersi a fare il predicatore. Frattanto Butch Coolidge, un pugile che ha accettato di perdere un incontro di boxe per volere di Marsellus, vince a sorpresa il match, uccidendo l'avversario: per questo fugge in taxi raggiungendo l'amante Fabienne in un motel. Scoprendo che costei ha dimenticato di portar via di casa l'orologio che lui ha ereditato dal bisnonno, Coolidge torna nel suo appartamento per recuperarlo. Qui trova Vincent incaricato da Marsellus di eliminarlo, e lo uccide. Recuperato l'orologio, s'imbatte in Wallace e, nello speronarlo con l'automobile, ha un incidente. I due, entrambi feriti, si inseguono a piedi ma vengono catturati da un sadico negoziante che convoca un amico poliziotto. Commosso dalle grida di Marsellus brutalmente sodomizzato dai due, Butch, liberatosi, interviene e lo salva: in cambio ottiene il perdono, ma dovrà lasciare per sempre la città.
Note - REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1994
- PALMA D'ORO AL FESTIVAL DI CANNES 1994
- OSCAR 1994: MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
- PREMIO DAVID 1995 PER MIGLIOR FILM STRANIERO (QUENTIN TARANTINO) E MIGLIOR ATTORE STRANIERO (JOHN TRAVOLTA)
Critica "'Pulp Fiction' (153 minuti, ma la lunghezza non si sente) è un nonsense della malavita, un grande obitorio della risata attraversato da bulli e pupe incarnati da una dozzina di attori in stato di grazia. Nell'impegno di prendere in giro i luoghi comuni del genere, il regista sparge vernice rossa senza risparmio; e quel colore allude amaramente, tra uno sghignazzo e l'altro, alla macelleria della cronaca quotidiana." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 2 novembre 1994)
"Tarantino per un verso si è tenuto alle asprezze e alle durezze iperrealistiche de 'Le Iene', con note più alte per quello che riguardava la violenza, ispirate, appunto, alle esasperazioni quasi fumettistiche dei pulp, con il gusto qua e là della cultura pop, per un altro, però, non ha esitato ad immergere ogni situazione, anche la più torva, in climi parodistici che, pur sembrando derivati dalla black comedy, puntano in realtà soprattutto sul sarcasmo, con una ferocia che rasenta l'irrisione, con dei lazzi, specialmente verbali, che aspirano unicamente a graffiare. Qua e là eccedendo, ma in genere, proprio per quel continuo esibire il sangue e gli orrori come gioco, sia pur diabolico, riuscendo a far accettare quello che in cifre diverse sarebbe stato difficile sopportabile. Al pubblico, cosi, non mancano motivi addirittura di divertimento, il cinefilo apprezza le esibizioni di intelligenza, gli interpreti, quasi ad ogni angolo, hanno splendide occasioni per imporsi. Il migliore, John Travolta: il suo gangster piccolo piccolo è una rivelazione; altro che il latte e miele della sua serie con bambini e cani." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 29 Ottobre 1994)
"Il risultato satirico, esilarante e insieme terrificante, irride alla violenza esagerandola ed esasperandola, sghignazza sul crimine visto come la regola quotidiana che è nelle nostre società, e non come l'eccezione drammatica che dovrebbe essere. Lo stile insegue la frammentazione, il lampo, il clip, la gag, il blob, la strizzata d'occhio, trascurando tempo e spazio, narrazione e personaggi classici: con una logica postumanista che Jean-Michel Frodon definisce da bambino vorace o da avido parvenu, con la bravura spericolata che ha fatto di Quentin Tarantino, a trentun anni, il nuovo ragazzo prodigio di Hollywood." ('La Stampa', 28 Ottobre 1994)