Luther, ribelle, genio, liberatore

Luther

6,7

2004

Regia: E.Till

Genere: Biografico

Genere: Drammatico

Genere: Storico

CAST

Joseph Fiennes

Peter Ustinov

Bruno Ganz

Alfred Molina

Claire Cox

Uwe Ochsenknecht

Benjamin Sadler

Jochen Horst

Torben Liebrecht

Mathieu Carriere



LUTHER - RIBELLE, GENIO, LIBERATORE
Anno 2004
Durata 121
Origine GERMANIA
Colore C
Genere BIOGRAFICO, DRAMMATICO, STORICO
Specifiche tecniche 35 MM, ARRIFLEX
Produzione EIKON FILM, NFP TELEART, THRIVENT FINANCIAL FOR LUTHERANS
Distribuzione METACINEMA
Data uscita 30-04-2004
Regia
Eric Till
Attori
Joseph Fiennes Martin Lutero
Peter Ustinov Friedrich, Il Saggio
Bruno Ganz Padre Johann Von Staupitz
Alfred Molina Johann Tetzel
Claire Cox Katerina Von Bora
Uwe Ochsenknecht Papa Leone X
Benjamin Sadler Georg Spalatin
Jochen Horst Professor Karlstadt
Torben Liebrecht Carlo V
Mathieu Carriere Cardinale Jakob Cajetan
Soggetto
Camille Thomasson
Bart Gavigan
Sceneggiatura
Camille Thomasson
Bart Gavigan
Fotografia
Robert Fraisse
Musiche
Richard Harvey
Montaggio
Clive Barrett
Scenografia
Rolf Zehetbauer
Costumi
Ulla Gothe
Effetti
Bernd Rautenberg
Fabio Galliano
Francesco Sabelli
CA Scanline Production Gmbh
Die Nefzers
R.S.G. Effetti Speciali
Trama Martin Lutero, giovane studente di legge, riesce a salvarsi durante una tempesta e decide di entrare in monastero per prendere i voti, contro il volere di suo padre. Si mette subito in evidenza, grazie anche ai consigli del suo mentore, padre Johann von Staupitz, e viene mandato a Roma. Una volta arrivato nella città eterna, si rende conto della corruzione che regna nell'ambiente ecclesiastico, viene a conoscenza della vendita delle 'indulgenze' e ne rimane sconvolto. Dopo un periodo di studi all'Università di Wittenberg diventa professore di teologia e tra i suoi sostenitori c'è il principe Federico III il Saggio di Sassonia, che ammira il suo coraggio e la sua determinazione, anche se le sue convinzioni potrebbero causare delle rotture insanabili con la Chiesa romana. Nel frattempo, Papa Leone X, decide di finanziare la costruzione della Basilica di S.Pietro proprio con i soldi ottenuti per evitare 'l'eterna dannazione'. In Germania, Johann Tetzel, 'concessionario' delle indulgenze presso il popolo tedesco, cerca di convincere le folle ad acquistare lo speciale lasciapassare per evitare le fiamme dell'inferno ma Lutero, infuriato, pubblica nel 1517 le 95 Tesi contro questa manipolazione da parte della Chiesa. Grazie all'invenzione della stampa fatta nel 1456 da Güttenberg, queste tesi vengono diffuse in tutta Europa. Il Papa ordina al monaco tedesco di rinnegare i suoi scritti dietro minaccia di eresia e conseguente scomunica. Ma Lutero non si lascia intimorire, va avanti con le sue idee e dà inizio allo scisma che porterà alla nascita della riforma protestante.
Critica "Con il suo grande successo in Germania, dove l'hanno visto 4 milioni di persone, 'Luther' sembra la risposta protestante all'integralismo del Gesù di Gibson. Mentre quello è la festa degli eccessi, la biografia di Lutero è raccontata dall'esperto Eric Till coi modi tradizionali di uno sceneggiato televisivo a medio budget, insegnando il necessario e mantenendosi nella professionalità dell'ovvio e dintorni. (...) L'eretico Martin, primo protestante, è Joseph Fiennes, che, dolce dolce, fino poi a sposarsi, sembra nel sequel di 'Shakespeare in Love', rimanendo apatico fra velluti, preci e stendardi e contraddicendo nel fisico la taglia extra large del Lutero tramandato dal ritratto di Cranach. Il tutto ha un'impronta nobilmente lunga, didascalica da prima serata, teatrale, civile. Non s'entra mai in zona poetica e-o spirituale, preferendo finire con 'Luther' e la sua sposa davanti ai cavalieri armati: fuori quadro, avrà cinque figli." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 1 maggio 2004)
"Anche se in Germania è stato campione d'incassi, come risposta protestante al cattolico 'La Passione di Cristo', 'Luther' si presenta con armi spuntate. Mancano all'inglese Eric Till, veterano di lunga esperienza tv cui i luterani Usa finanziatori del progetto hanno affidato la regia, una forte motivazione di fede pari a quella che, nel bene o nel male, ha animato Mel Gibson, nonché l'indubbio senso dello spettacolo del cineasta australiano. (?) Tutto questo nel film è raccontato in modo romanzato, timido e pedestre; e senza nemmeno il tentativo di mettere a fuoco il complesso contesto storico e sociale che c'è dietro. In un cast comprendente sir Peter Ustinov, nella sua ultima apparizione nei panni di Federico di Sassonia, e Bruno Ganz, protettivo padre superiore, Joseph Fiennes si prodiga in un'interpretazione a tutto campo purtroppo di non molto spessore." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 1 maggio 2004)