Chi si ferma è perduto

6,9

1961

Regia: S.Corbucci

Genere: Commedia

CAST

Totò

Aroldo Tieri

Alberto Lionello

Anna Campori

Lia Zoppelli

Enzo Petito

Jacqueline Pierreux

Vittorio Vaser

Alberto Talegalli

Luigi Pavese

Mario Castellani

Renzo Palmer

Angela Portaluri

Angela Passalacqua

Rita Cuttica

Nando Angelini

Marisa Traversi

Gino Scotti

Solvejg DAssunta

Peppino De Filippo

Peppino De Martino

Luigi De Filippo

Pietro De Vico



CHI SI FERMA È PERDUTO
Anno 1961
Durata 102
Origine ITALIA
Genere COMMEDIA
Produzione CINEPRODUZIONI EMO BISTOLFI
Distribuzione TITANUS - REGIONALE
Regia
Sergio Corbucci
Attori
Totò Antonio Guardialavecchia
Peppino De Filippo Peppino Calabona
Aroldo Tieri Matteo Rossi
Alberto Lionello Mario Rossi
Anna Campori Italia
Lia Zoppelli Giulia Pasquetti
Enzo Petito Napoleone
Jacqueline Pierreux Teresa
Vittorio Vaser Proietti
Alberto Talegalli Cliente che protesta
Luigi Pavese Cesare Santoro
Mario Castellani Amilcare Pasquetti
Luigi De Filippo Donato Cavallo
Renzo Palmer Cavicchioni
Angela Portaluri
Angela Passalacqua
Rita Cuttica Sposina
Nando Angelini Sposino
Marisa Traversi
Gino Scotti
Solvejg D'Assunta Assunta
Peppino De Martino Antiquario
Pietro De Vico Cameriere
Soggetto
Mario Guerra
Luciano Martino
Bruno Corbucci
Giovanni Grimaldi
Sceneggiatura
Giovanni Grimaldi
Mario Guerra
Bruno Corbucci
Luciano Martino
Fotografia
Marco Scarpelli
Musiche
Gianni Ferrio
Montaggio
Dolores Tamburini
Scenografia
Franco Lolli
Costumi
Dina Di Bari
Trama Antonio Guardalavecchia e Peppino Colabona sono due colleghi e vecchi amici che lavorano a Napoli nello stesso ufficio in un'azienda di trasporti. I due, per la loro anzianità di servizio, potrebbero aspirare alla promozione, ma il Capo Ufficio Santoro, dispotico e brutalmente aggressivo, sbarra loro la strada. Le rispettive mogli, che ambiscono a migliorare la loro condizione, sono assai poco orgogliose dei loro mariti. Quando, improvvisamente, il cav. Santoro muore, i due si scatenano per ottenere la successione. Anzitutto sono costretti a far scomparire le loro note caratteristiche negative e lo fanno scassinando nottetempo la cassaforte. Poi devono vincere la lotta tra loro per conquistare le simpatie dell'ispettore. Guardalavecchia predispone le cose in modo di trovarsi in treno col suo superiore e, senza svelarsi, rendersi utile. Senonchè sul treno viaggia un'altro Rossi, Ispettore egli pure, ma scolastico, che si reca a Napoli per ragioni di ufficio; ciò ingenera un "equivoco" in base al quale le cose si complicano. Inoltre sopraggiunge anche il titolare della Ditta con la sorella nubile alla quale Guardalavecchia cerca di fare la corte per ottenere il sospirato posto. In un finale pochadistico, tutte le mene dei due pretendenti vengono a galla e i due, anzichè essere promossi, verranno trasferiti in Sardegna.
Critica "(Il film) appartiene [...] al filone facile, preveduto e volgaruccio [...]. Qualche invenzione verbale, un'eccellente interpretazione della coppia De Filippo- Totò, non sono certo sufficienti per invitare ad un onesto divertimento lo spettatore di gusto [...]". (P.Bianchi, "Il Giorno", 16/12/1960).