Totò, Peppino e la dolce vita

6,8

1961

Regia: S.Corbucci

Genere: Comico

Genere: Commedia

CAST

Totò

Tania Beryll

Francesco Mulè

Gloria Paul

Rosalba Neri

Antonio Pierfederici

Daniele Vargas

Mara Berni

Dina Perbellini

Giancarlo Zarfati

Irene Aloisi

Franco Rossellini

Jacqueline Pierreux

Gianfranco Piacentini

Mimmo Poli

Giò Stajano

Mario Castellani

Sergio Corbucci

Alex Clement

Peppino De Filippo

Peppino De Martino

Mario De Simone

Carlo Di Maggio



TOTÒ PEPPINO E... LA DOLCE VITA
Anno 1961
Durata 95
Origine ITALIA
Colore B/N
Genere COMICO, COMMEDIA
Produzione MARIO MARIANI E GIANNI BUFFARDI PER M.B. CINEMATOGRAFICA/ CINEMATOGRAFICA RI. RE.
Distribuzione CINERIZ - DOMOVIDEO, MONDADORI VIDEO
Regia
Sergio Corbucci
Attori
Totò Antonio Barbacane
Peppino De Filippo Peppino
Tania Beryll Alice
Francesco Mulè Guglielmo
Gloria Paul Patrizia
Rosalba Neri Magda
Antonio Pierfederici Oscar
Peppino De Martino Il ministro
Daniele Vargas Marchese Daniele
Mara Berni Elena
Dina Perbellini Luisa Giovanna
Giancarlo Zarfati Il piccolo Renato
Irene Aloisi Baronessa Renata Francesca
Franco Rossellini Franco
Jacqueline Pierreux Jacqueline
Gianfranco Piacentini Coriolano
Mimmo Poli Un ladruncolo
Giò Stajano Un omosessuale
Mario De Simone Un paesano
Mario Castellani Il presidente
Sergio Corbucci Un signore
Alex Clement
Carlo Di Maggio
Soggetto
Lucio Fulci
Steno
Sceneggiatura
Bruno Corbucci
Mario Guerra
Giovanni Grimaldi
Fotografia
Alvaro Mancori
Musiche
Armando Trovajoli
Montaggio
Renato Cinquini
Scenografia
Piero Filippone
Costumi
Maria Baroni
Trama Considerata l'inutilità di spedire richieste, suppliche ed appelli, i maggiorenti di un paesino del Meridione decidono di inviare a Roma Antonio perchè possa di persona perorare più efficacemente il loro vivo desiderio di veder passare per il paese una progettata, grande autostrada. Antonio parte, forte della sua qualità di presidente del "Sindacato Posteggiatori Abusivi" ed imbottito di quattrini dai compaesani, interessati all'impresa. Il tempo passa e Antonio non si hanno più notizie. Alla sua ricerca viene allora inviato il cugino Peppino, segretario comunale. Questi, giunto a Roma, scopre che Antonio, anzichè frequentare uffici e ministeri, preferisce godersi la vita frivola di Via Veneto. Non ci vuol molto perchè anche Peppino rimanga affascinato dalle lusinghe della "dolce vita". I due, stretta amicizia con un paio di affascinanti donne straniere, suscitano scompiglio in un locale notturno ubriacandosi e spargendo a piene mani la cocaina contenuta in un barattolo che essi credono ingenuamente pieno di borotalco. Sempre alla ricerca di emozioni proibite, Antonio e Peppino finiscono quindi in un castello principesco dove si sta svolgendo un'orgiastica riunione. Qui si imbattono nei personaggi più strambi e vengono coinvolti nelle più paradossali avventure, finchè l'improvviso sopraggiungere di un loro venerando congiunto, arrivato direttamente dal paesello, non pone fine ai loro bagordi. In men che non si dica, Peppino ed Antonio tornano a casa a pascolar pecore, mentre il loro parente pianta a sua volta le tende a Roma per "studiare la situazione".
Note - REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1995
Critica "Di buono, nel film, c'è solo la creazione dei due personaggi protagonisti (...) necessari per l'impostazione della storia che per essere riciclata in pieno dal noto modello non offre, altrimenti, alcunché di valido, anche per la mediocrità della regia e le intenzioni puramente commerciali." (G. Ciaccio, "Rivista del Cinematografo", 6 giugno 1961)
"Se si escludono le consuete esibizioni "a braccio" della simpatica coppia partenopea, non è certo un film memorabile. Il modello, solo nel titolo, è Fellini: quella via Veneto l'ha inventata lui." (Francesco Mininni, Magazine italiano tv)
"Parodia del celeberrimo film di Fellini, non figura tra le cose migliori di Totò; il duetto tra Totò e Peppino ha, comunque, momenti assai divertenti. Il regista s'è loro affidato a occhi chiusi." (Laura e Morando Morandini, Telesette).