Tre uomini e una gamba

7,3

1997

Regia: M.Venier

Genere: Commedia

CAST

Aldo

Giovanni

Giacomo

Marina Massironi

Carlo Croccolo

Luciana Littizzetto

Eleonora Mazzoni



TRE UOMINI E UNA GAMBA
Anno 1997
Altri titoli THREE MEN AND A LEG
Durata 100
Origine ITALIA
Colore C
Genere COMMEDIA
Produzione MARCO POCCIONI, MARCO VALSANIA PER RODEO DRIVE, PAOLO GUERRA PER A.GI.DI SCARI
Distribuzione MEDUSA FILM - MEDUSA VIDEO
Regia
Massimo Venier
Giovanni
Giacomo
Aldo
Attori
Aldo Aldo
Giovanni Giovanni
Giacomo Giacomo
Marina Massironi Chiara
Carlo Croccolo Il Suocero
Luciana Littizzetto La Promessa Sposa
Eleonora Mazzoni
Soggetto
Giovanni
Giacomo
Massimo Venier
Giorgio Gherarducci
Aldo
Sceneggiatura
Massimo Venier
Lucio Martignoni
Giovanni
Giacomo
Giorgio Gherarducci
Aldo
Fotografia
Giovanni Fiore Coltellacci
Musiche
Phil Palmer
Marco Forni
Montaggio
Marco Spoletini
Scenografia
Maria Luigia Battani
Costumi
Stefano Giovani
Effetti
Roberto Ricci
Franco Galiano
Raffaele Battistelli
Trama E' il 31 luglio. Aldo, Giovanni e Giacomo partono per raggiungere le loro famiglie in vacanza in Puglia. Aldo e Giovanni sono sposati con due sorelle, Giacomo è fidanzato con la terza e il matrimonio è previsto due giorni dopo proprio in Puglia. I tre lavorano in un negozio a Milano di proprietà del suocero, un volgare arricchito che li tiranneggia. Sulla macchina, insieme ai bagagli, i tre caricano un oggetto tanto ingombrante quanto prezioso: una gamba di legno, ultima fatica del celebre scultore americano Gerpez, da portare al suocero. Il viaggio comincia ma è costellato da incidenti e soste impreviste. In una di queste incontrano Chiara, con la quale pranzano e poi si intrattengono. Giacomo è attratto dalla ragazza e vorrebbe andare via con lei. Le vicissitudini, tra cui un ricovero in ospedale di Giacomo, e una partita a pallone con un gruppo di extracomunitari per recuperare la gamba rubata, si susseguono ma alla fine, con la macchina scassata, arrivano in vista della villa del suocero. Qui però sono presi dalla paura e fanno una precipitosa marcia indietro.
Note - REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1997
- N.B. ALDO BAGLIO - GIOVANNI STORTI - GIACOMO PORETTI.
Critica "Grazie al co-autore Massimo Venier (una regìa a 8 mani, un record!) e agli amici sceneggiatori Gherarducci e Martignoni, i tre protagonisti scrivono e recitano una storia che conserva l'inverosimiglianza del cinema, ispirandosi ai road movie con tragitto estivo Milano-Gallipoli. (...) Continuando così il Trio non potrà che migliorare in un cinema italiano in cerca di risate veraci, dove si ironizza senza volgarità sulle volgarità contemporanee, con un sottosuolo di malinconia un po' lunare che non esclude, per il futuro, altre sorprese. Sempre nel rispetto dei classici comandamenti del comico riveduti e corretti per un pubblico nazional televisivo popolare." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 27 dicembre 1997)
"Arriveranno mai a destinazione? C'è un'aria spensierata, adolescenziale, simpaticamente immatura, disperatamente normale nel trio che, negli spettacoli teatrali, danno il meglio di sé. E, di tanto in tanto, riescono a tinteggiare la realtà di surrealtà (un po' come Antonio Albanese): ad esempio s'inventano dei siparietti (in pratica tre cortometraggi inseriti nel film) in cui si prendono gioco del cinema (il genere 'pulp' alla Tarantino, il 'gore' e il 'neorealismo') anche se è proprio la regia cinematografica (assai elementare e un po' scadente) a prendersi un po' troppo gioco di loro." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 27 dicembre 1997)
"Qualche guizzo, due o tre battute spiritose dette in modo colorito, delle situazioni a incastro che, durante quel viaggio, consentono qualche occasione di spasso: tutto, però, con molti limiti anche perché la comicità dei cabaret raramente si trasferisce con successo dal palcoscenico piccolo al grande schermo (c'è riuscito Massimo Troisi, ma con una statura ben diversa) e perché gli interpreti, pur arrivati al cinema preceduti da una certa fama, hanno l'aria spesso un po' spaesata anche se - questo va riconosciuto - sempre piuttosto molto divertita (pur con il rischio di essere però quasi, i soli a divertirsi...). Insieme ai tre, e alla quarta, ottengono un po' di spazio (fra il comico e il grottesco) Carlo Croccolo, il principale rozzo e autoritario, intento, con i due generi, a farla più da suocera che non da suocero, e Maria Pia Casillo, sua moglie, troppo lontana, ahimé, dal nostro bel cinema anni Cinquanta, a cominciare da 'Umberto D'." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 29 dicembre 1997)
"Originale, vivace e (semi)divertente commedia surreal-demenziale dello spiritoso Trio Aldo-Giovanni & Giacomo, debuttante al cinema, che se non riesce a trovare un filo conduttore decente alla propria asmatica storiella, è abilissimo nell'inventare gag esilaranti. I ragazzini si divertiranno fino alle lacrime, gli over cinquanta si chiederanno come può un filmino così esse stato campione d'incassi". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 28 aprile 2003)