Fuochi d'artificio

5,6

1997

Regia: L.Pieraccioni

Genere: Grottesco

CAST

Leonardo Pieraccioni

Vanessa Lorenzo

Massimo Ceccherini

Barbara Enrichi

Mandala Tayde

Claudia Gerini

Roberto Brunetti

Gianni Pellegrino

Elisabetta Tassan

Bruno Bilotta

Claudio Santamaria

Fabrizio Vidali

Alberto Marozzi

Gaetano Gennai

Anita Caprioli

Giuliano Grande

Gabriella Pession

Lucia Stara

Adriana Crespina

Milena Miconi

Bud Spencer

Alessandro Haber

Renzo Cantini

George Hilton

Osvaldo Pieraccioni

Luigi Petrucci

Mariolina De Fano



FUOCHI D'ARTIFICIO
Anno 1997
Altri titoli FIREWORKS
Durata 94
Origine ITALIA
Colore C
Genere GROTTESCO
Produzione VITTORIO E RITA CECCHI GORI GROUP
Distribuzione MARIO E VITTORIO CECCHI GORI - CECCHI GORI HOME VIDEO
Regia
Leonardo Pieraccioni
Attori
Leonardo Pieraccioni Ottone
Vanessa Lorenzo Luna
Massimo Ceccherini Germano
Barbara Enrichi Barbara
Mandala Tayde Demiu'
Claudia Gerini Lorenza
Roberto Brunetti Patata
Gianni Pellegrino Sergino
Elisabetta Tassan Lupa
Bruno Bilotta Tigre
Claudio Santamaria Banana
Fabrizio Vidali Manzo
Alberto Marozzi Piuma
Gaetano Gennai Il Macellaio
Anita Caprioli Mara
Giuliano Grande Bartolo
Mariolina De Fano Zia Barbara
Gabriella Pession
Lucia Stara Ragazza Della Festa
Adriana Crespina Moglie Di Cantini
Milena Miconi Virginia
Bud Spencer Il Cieco
Alessandro Haber L'Attore
Renzo Cantini Cantini
George Hilton Gerard De La Fasse
Osvaldo Pieraccioni Giornalaio
Luigi Petrucci Psicanalista
Soggetto
Giovanni Veronesi
Leonardo Pieraccioni
Sceneggiatura
Giovanni Veronesi
Leonardo Pieraccioni
Fotografia
Roberto Forza
Musiche
Claudio Guidetti
Montaggio
Jacopo Quadri
Scenografia
Francesco Frigeri
Costumi
Nicoletta Ercole
Effetti
Proxima Srl
Gianluca Risita
Fabio Traversari
Trama In un' isola dei Tropici, il trentenne Ottone avvicina uno psicanalista italiano in vacanza e, dopo molte insistenze, comincia a raccontargli le proprie vicende nella speranza di ricevere una spiegazione dello svolgersi dei fatti. Che sono questi: nei dintorni di Firenze, lasciato per un altro dalla fidanzata Virginia, Ottone è tornato a vivere a casa di Barbara, amica da sempre e che adesso ospita anche il Patata, un romano condannato agli arresti domiciliari. Ottone lavora in un negozio per animali, come socio di minoranza di Lorenza, e si sposta su un camioncino per raggiungere i vari clienti. Arriva in una grande villa e qui conosce Luna, affascinante figlia dell'argentino Gerard, se ne innamora, apprende che è sposata e allora ne diviene l'amante. Spesso sopra il suo appartamento, va a fare visita a Demiù, una sudamericana con la quale riesce ad essere sereno e rilassato. Intanto l'amico Germano fa una corte serrata a Lorenza, ma in modo anonimo, mandandole messaggi cifrati e infine un'appuntamento al ristorante che però fallisce. Finiti gli arresti domiciliari, il Patata chiede a Barbara di sposarlo ma lei, spaventata, dice di no. E di no dice Ottone a Vanessa prima e a Lorenza poi, che lo aveva scambiato per l'anonimo. Quando lo psicanalista gli chiede con chi è arrivato ai Tropici, Ottone chiama Demiù, ossia quella con la quale era stato meno preso dai tanti interrogativi sulla scelta della persona giusta.
Critica "Più che al vecchio non-eroe del cinema italiano Pieraccioni assomiglia a certi "indecisi" della commedia leggera americana. Fra incertezze, sogni infantili, desideri, se ne va ciondoloni nella favola immaginata insieme al suo sceneggiatore di fiducia, Giovanni Veronesi. Eppure come regista Pieraccioni resta un caso rimosso per la critica italiana che, tutto sommato, non l'ha ancora accettato. 'I laureati' e 'Il ciclone' l'hanno presa in contropiede. E poi hanno avuto un consenso di pubblico senza precedenti negli annali del cinema italiano. Davanti al fenomenale Pieraccioni la domanda legittima, l'unica possibile, è una: riuscirà il regista toscano a riacciuffare con 'Fuochi d'artificio' la fortuna che lo coprì d'oro con i suoi primi due film?" (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 17 ottobre 1997)
"'Il ciclone ci ha segnato', aveva detto lo sceneggiatore Veronesi dopo l'inatteso successo del 'Ciclone', 'tanto che ci chiamano i ci-clonati. Con 'Fuochi d'artificio' speriamo di liberarci da quel soffocante abbraccio'. Ma l'abbraccio non si è sciolto. 'Fuochi d'artificio' è un film in fotocopia, di tutta routine. E come 'Il ciclone' è impastato della stessa comicità fatta di leggerezza, fiducia, ottimismo. Prigioniero del suo cliché, Pieraccioni dà un colpo al cerchio del 'buonismo' e uno alla botte di una comicità spicciola. A volte anche un po' grossolana. Che promette risate. Ma soprattutto incassi". (Enzo Natta, 'Famiglia Cristiana', 29 ottobre 1997)
"Pateticamente sincero. È un complimento. Questo terzo film è un conferma: Pieraccioni non ci fa, c'è. La sua superficialità, il suo perbenismo, il provincialismo patinato, l'ecografia dei cuoricini 'soap' sono sincere. Woody Allen cerca da trent'anni di raggiungere un cinema mozartiano. Il modello di Pieraccioni è Vasco Rossi ripulito, citato in una canzone video-clip nel sottofinale. Il fatto che i dischi di Vasco siano molto più diffusi di quelli di Mozart, non è una sfortuna o uno scandalo. È il confine del discorso". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 18 ottobre 1997)