Puerto escondido

6,3

1992

Regia: G.Salvatores

Genere: Avventura

CAST

Diego Abatantuono

Valeria Golino

Claudio Bisio

Renato Carpentieri

Fabrizio Bentivoglio

Yolo Lucio

Yolanda Orisaga

Niki Mondelini

Corinna Agustoni

Leonardo Gajo

Elena Callegari

Antonio Catania



PUERTO ESCONDIDO
Anno 1992
Durata 115
Origine ITALIA
Colore C
Genere AVVENTURA
Tratto da LIBERAMENTE TRATTO DAL LIBRO "PUERTO ESCONDIDO" DI PINO CACUCCI
Produzione MARIO E VITTORIO CECCHI GORI PER LA PENTA FILM E MAURIZIO TOTTI PER COLORADO FILM PRODUCTION
Distribuzione PENTA FILM (1993) - PENTA VIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO (PEPITE)
Regia
Gabriele Salvatores
Attori
Diego Abatantuono Mario Tozzi
Valeria Golino Anita
Claudio Bisio Alex
Renato Carpentieri Commissario Viola
Fabrizio Bentivoglio
Yolo Lucio Figlio Di Carmen
Yolanda Orisaga Carmen
Niki Mondelini Cameriera
Corinna Agustoni Infermiera
Leonardo Gajo Collega Di Mario
Elena Callegari Donna In Banca
Antonio Catania Di Gennaro
Soggetto
Enzo Monteleone
Sceneggiatura
Enzo Monteleone
Fotografia
Italo Petriccione
Musiche
Federico De Robertis
Mauro Pagani
Montaggio
Nino Baragli
Scenografia
Marco Belluzzi
Alejandro Olmas
Costumi
Francesco Panni
Effetti
Daniel Cordero
Trama Vicedirettore di banca a Milano, il quarantenne Mario Tozzi, occasionalmente in Questura, vede il commissario Viola uccidere un collega. Il funzionario se ne accorge e giorni dopo spara a Tozzi che, in seguito, ancora degente in casa, assiste ad un altro assassinio di Viola nella persona del commissario Di Gennaro. Testimone scomodo, oltreché complice essendo stato obbligato ad aiutare il reo nell'occultamento del cadavere, Mario pensa bene di fuggire in Messico. Conosciuto qui un duo di italiani, Alex e Anita, che vivono di espedienti, Mario fa lega con loro e comincia a vivere una vita del tutto diversa da quella abituale. Dapprima Alex, facendo ricorso agli ultimi "pesos" del milanese, acquista in società un gallo da combattimento; poi il terzetto si dà al piccolo narcotraffico sulle colline. Quand'ecco che, in un villaggio, Mario si trova davanti il commissario Viola suo persecutore. Costui, lasciata l'Italia ha sposato in loco una vedova con due figli e fa il cuoco nella locanda di lei, ma non sembra conservare rancore verso il testimone oculare. Intanto Anita ha proposto un nuovo e rischioso affare: rapinare un ricco proprietario terriero il giorno in cui provvede a pagare i suoi lavoranti. L'aggressione avviene, gli amici fuggono, ma la polizia interviene. Mario, scappato fra rocce e deserto, si ritrova solo. Essendo stato messo in prigione Alex, Anita (che ha con sé la valigetta dei soldi) si mette in testa di assaltare il carcere insieme a Mario e a Viola, per salvare l'amato bene. La spedizione riesce: c'è una sparatoria, le guardie vengono rinchiuse in guardina ma, mentre i tre - ora quattro - fuggono, una guardia spara e colpisce Mario. Dal letto che lo accoglie in ospedale egli scorge Viola e i due amici in manette.
Note COLLABORAZIONE ALLA SCENEGGIATURA DI DIEGO ABATANTUONO E GABRIELE SALVATORES.
NASTRO D'ARGENTO A DIEGO ABATANTUONO (MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA) E RENATO CARPENTIERI (MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA).
REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1992.
Critica "Una commedia con sottofondo libertario che elogia il vivere senza certezze, lontano dal benessere capitalista e dal consumismo. Il film mette in piedi uno spettacolo divertente, con gag molto azzeccate, paesaggi superbi e parentesi documentarie che confrontano efficacemente la miseria del Messico e lo sfarzo milanese." (Giovanni Grazzini, L'Indipendente)
"Economico, addomesticato, poco credibile." (Fabio Ferzetti, Il Messaggero)
Tra assunto e storia c'è una qualche sproporzione, in alcune parti il film è stagnante o sfilacciato, certe soluzioni sono a volte poco filtrate e lavorate, troppo facili. Ma il film suscita simpatia, affetto e il piacere anche malinconico di riconoscersi." (Lietta Tornabuoni, La Stampa)
"Non si va al di là dei gag sui grilli da sgranocchiare come caramelle quadretti sui poveri campesinos costretti a farsi narcotrafficanti; del rimpianto per una bella canna. O del coretto turistico per il comandante Che Guevara." (Valerio Caprara, Il Mattino)
"E' l 'opera più matura di Gabriele Salvatores. Anche grazie all'apporto di Enzo Monteleone, sceneggiatore fortunatamente non intruppato in una categoria incapace di rinnovarsi." (Enzo Natta, Famiglia Cristiana)