L'inquilino del terzo piano

Le locataine

7,7

1976

Regia: R.Polanski

Genere: Drammatico

Genere: Psicologico

CAST

Roman Polanski

Isabelle Adjani

Melvyn Douglas

Jo Van

Bernard Fresson

Lila Kedrova

Claude Piéplu

Rufus Georges

Romain Bouteille

Patrice Alexsandre

Florence Blot

Jacky Cohen

Claude Dauphin

Shelley Winters

Héléna Manson

Louba Guertchikoff

Michel Blanc

Josiane Balasko

Jean-Pierre Bagot

Jacques Monod



L'INQUILINO DEL TERZO PIANO
Anno 1976
Titolo Originale Le locataire
Altri titoli The Tenant
L'inquilino del 3 piano
Durata 125
Origine FRANCIA
Colore C
Genere DRAMMATICO, PSICOLOGICO
Specifiche tecniche 35 MM, EASTMANCOLOR
Tratto da romanzo omonimo di Roland Topor
Produzione MARIANNE PRODUCTIONS S.A.
Distribuzione CIC
Vietato 14
Regia
Roman Polanski
Attori
Roman Polanski Trelkovsky
Isabelle Adjani Stella
Melvyn Douglas Monsieur Zy
Jo Van Fleet Madame Dioz
Bernard Fresson Scope
Lila Kedrova Madame Gaderian
Claude Piéplu Un vicino
Rufus Georges Badar
Romain Bouteille Simon
Patrice Alexsandre Robert
Florence Blot Madame Zy
Jacky Cohen Amica di Stella
Claude Dauphin Marito nell'incidente
Shelley Winters La custode
Héléna Manson L'infermiera
Louba Guertchikoff (Louba Chazel) Moglie nell'incidente
Michel Blanc Vicino di Scope
Josiane Balasko Impiegata
Jean-Pierre Bagot Poliziotto
Jacques Monod Proprietario del caffè
Soggetto
Roland Topor
Sceneggiatura
Roman Polanski
Gérard Brach
Fotografia
Sven Nykvist
Musiche
Philippe Sarde
Montaggio
Françoise Bonnot
Scenografia
Pierre Guffroy
Costumi
Jacques Schmidt
Effetti
Jean Fouchet
Trama Trelkovsky, modesto impiegato polacco da poco naturalizzato francese, si reca a visitare un appartamento che vorrebbe affittare. Guidato con diffidenza dalla portiera, trova adatto l'ambiente e contratta l'affitto con il signor Zy che gli fa una serie di raccomandazioni per la tranquillità degli inquilini e l'onorabilità dello stabile. L'affare, tuttavia, non si può ancora concludere poiché l'inquilina precedente, una certa Simone Choule, che si è gettata dalla finestra, è all'ospedale in fin di vita. Recatosi all'ospedale per informarsi, Trelkovsky fa amicizia con Stella, giovane amica della suicida. Quando Simone muore, Trelkovsky prende possesso dell'appartamento e diviene centro di una serie di ingiuste e incomprensibili persecuzioni. Un poco alla volta cade in uno stato di prostrazione sino a che, mascheratosi da Simone, si suicida a sua volta, buttandosi per ben due volte dalla medesima finestra.
Critica "Che si tratti di un film di Polanski è dimostrato non tanto dalla triplice presenza quale regista-cosceneggiatore-protagonista, quanto dall'evidenza dei ritmi ricorrenti nelle sue opere più classiche ('Repulsione', 'Cul de sac' 'Rosemary's Baby': solitudine, mania di persecuzione, disagio sociale, inadattamento psichico e sessuale, turbe mentali, incubi e angosce, claustrofobia, eccetera. Efficace interprete, l'autore ha raccolti attorno a sé nomi sin troppo vistosi per le parti di contorno a loro affidate; si è garantito il bergmaniano Nykvist per la raffinata fotografia; ha creato scenografie e climi di indubbia forza emotiva. Ciò nonostante, la pellicola dà l'impressione di fredda esercitazione, o peggio, di spettacolo ambiguamente giostrato per turbare la psiche degli spettatori. Infatti, al di là di una troppo scontata polemica contro la xenofobia francese o di qualsiasi altro gruppo etnico, le fin troppo numerose citazioni letterarie e cinematografiche si legano ai climi kafkiani solo esteriormente e senza chiarire contro quali oppressori si scagli la fobia di Polanski. Anche il ripetuto accenno a elementi esoterici, anziché rinforzare la chiave di lettura psicanalitica, si aggancia al demoniaco, la superstizioso, conferendo al film un senso di protesta irrazionale." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 81, 1976)