Don Camillo

7,5

1952

Regia: J.Duvivier

Genere: Commedia

CAST

Fernandel

Gino Cervi

Vera Talchi

Franco Interlenghi

Charles Vissiere

Leda Gloria

Sylvie Signora

Luciano Manara

Armando Migliari

Manuel Gary

Marco Tulli

Giorgio Albertazzi

Mario Siletti

Gualtiero Tumiati

Saro Urzì

Italo Clerici

Carlo Duse

Olga Solbelli

Clara Auteri

Dina Romano

Peppino De Martino



DON CAMILLO
Anno 1952
Titolo Originale LE PETIT MONDE DE DON CAMILLO
Altri titoli THE LITTLE WORLD OF DON CAMILLO
IL PICCOLO MONDO DI DON CAMILLO
Durata 100
Origine ITALIA
Colore B/N
Genere COMMEDIA
Tratto da ROMANZO OMONIMO DI GIOVANNI GUARESCHI
Produzione GIUSEPPE AMATO PER RIZZOLI-AMATO, FRANCINEX
Distribuzione CINERIZ - DEAR - DOMOVIDEO, MONDADORI VIDEO, MULTIGRAM
Regia
Julien Duvivier
Attori
Fernandel Don Camillo
Gino Cervi Peppone Bottazzi
Vera Talchi Gina Filotti
Franco Interlenghi Mariolino Brusco
Charles Vissiere Il Vescovo
Leda Gloria Moglie Di Peppone
Sylvie Signora Cristina
Luciano Manara Filotti
Armando Migliari Brusco
Manuel Gary Il Delegato
Marco Tulli Lo Smilzo
Giorgio Albertazzi Don Pietro
Mario Siletti Avv. Stiletti
Gualtiero Tumiati Ciro, Il Nonno
Peppino De Martino
Saro Urzì
Italo Clerici
Carlo Duse
Olga Solbelli
Clara Auteri Pepe
Dina Romano
Soggetto
Giovanni Guareschi
Sceneggiatura
Julien Duvivier
Rene' Barjavel
Fotografia
Nicolas Hayer
Musiche
Alessandro Cicognini
Montaggio
Maria Rosada
Scenografia
Virgilio Marchi
Trama In un piccolo paese della Bassa Padana, Don Camillo, il robusto e combattivo parroco, e Peppone, il sindaco comunista, si trovano perennemente in contrasto, ma dopo scontri talvolta violenti, finiscono col mettersi d'accordo, lasciandosi guidare dal buon senso. Mentre i rossi festeggiano, in un comizio, la loro vittoria alle elezioni, Don Camillo fa suonare le campane a morte. Però Peppone si prende la sua rivincita quando può annunciare la prossima costruzione di una magnifica Casa del Popolo. Don Camillo, che non riesce a completare la costruzione del suo oratorio, si domanda dove Peppone trovi i soldi; ma, ripensandoci, ricorda la storia della cassa d'una divisione militare scomparsa misteriosamente. Messo alle strette, Peppone viene indotto a cedere una parte del bottino. Don Camillo si lascia spesso trasportare dal suo temperamento; ma poi si pente delle sue intemperanze e accetta umilmente i rimproveri che gli vengono dal Crocifisso dell'altare maggiore. Il tempestoso amore d'un giovane comunista per la figlia d'un possidente, benché abbia lieto fine, fa perdere il controllo di sé a Don Camillo, tanto che il vescovo lo manda un po' in vacanza. Peppone proibisce ai suoi amministrati di salutarlo quando lascia il paese; ma Don Camillo sarà festeggiato alle più vicine stazioni della linea dai suoi fedeli e dallo stesso Peppone.
Note - AIUTO REGISTA: ALBERTO CARDONE.
- COLLABORAZIONE NON ACCREDITATA ALLA SCENEGGIATURA: ORESTE BIANCOLI.
- LE VOCI DI CRISTO NELLE DUE VERSIONI SONO DI RUGGERO RUGGERI E JEAN DEBUCOURT.
- NELLA VERSIONE AMERICANA LA VOCE NARRANTE E' DI ORSON WELLES.
- NASTRO D'ARGENTO A FERNANDEL (MIGLIORE ATTORE STRANIERO IN FILM ITALIANO).
Critica "(...) Il compito di Dudivivier si presentava irto di dificoltà. A cose fatte si può constatare che non una (...) è stata in qualche modo superata. (...) Il film potrebbe recare la firma di Guareschi, tanto è superficiale, frammentario, privo di qualsiasi accenno di stile. Qua e là, qualche breve sprazzo di un formalismo caro al vecchio Duvivier (come nella sequenza della processione o, in quella quasi identica, di Don Camillo che nel finale attraversa la piazza deserta per recarsi alla stazione): null'altro. Il resto è bozzetto, macchietta, talora addirittura barzelletta (...). I personaggi (...) non sono che miseri burattini da fiera (...). Sopra di essi (...) stagna una retorica senza limiti: gonfia, ipocrita, irritante (...)". (F. Valobra, "Rassegna del Film" n. 3 , aprile 1952).