Danni collaterali

Collateral Damage

5,3

2001

Regia: A.Davis

Genere: Azione

Genere: Thriller

CAST

Arnold Schwarzenegger

Elias Koteas

Francesca Neri

Cliff Curtis

John Leguizamo

John Turturro

Miguel Sandoval



DANNI COLLATERALI
Anno 2002
Titolo Originale COLLATERAL DAMAGE
Durata 108
Origine USA
Colore C
Genere AZIONE, THRILLER
Produzione BEL AIR ENTERTAINMENT - HACIENDA PRODUCTIONS - WARNER BROS.
Distribuzione WARNER BROS ITALIA
Data uscita 22-02-2002
Regia
Andrew Davis
Attori
Arnold Schwarzenegger Gordon Brewer
Elias Koteas Agente Della Cia Brandt
Francesca Neri Selena Perrini
Cliff Curtis Claudio Perrini
John Leguizamo Felix Ramirez
John Turturro Sean Armstrong
Miguel Sandoval Phipps
Soggetto
Ronald Roose
David Griffiths
Peter Griffiths
Sceneggiatura
David Griffiths
Peter Griffiths
Fotografia
Adam Greenberg
Musiche
Graeme Revell
Salvatore Basile
Montaggio
Dov Hoenig
Dennis Virkler
Scenografia
Philip Rosenberg
Costumi
James W. Tyson
Effetti
Flash Film Works
Digital FilmWorks Inc.
Thomas L. Fisher
TRAMA LUNGA
Gordon Brewer non è solo un eroico vigile del fuoco di Los Angeles, ma è anche un marito ed un padre modello. In un attimo fatale però la sua vita cambia bruscamente: arrivato in ritardo all'appuntamento con moglie e figlioletto, Gordon assiste impotente all'esplosione di un'autobomba che uccide entrambi i suoi cari. L'attentato ai danni del consolato colombiano è rivendicato da El Lobo (il Lupo), capo di un gruppo di rivoluzionari colombiani che chiedono la liberazione del proprio territorio dalle ingerenze statunitensi. A parere dei guerriglieri, la morte dei due innocenti rientra nei cosiddetti 'danni collaterali' che si presentano inevitabilmente quando si lotta per la conquista della libertà. Gordon, però, non si arrende a questa realtà. Dinanzi all'incapacità dei CIA e FBI di catturare El Lobo, Gordon decide di mettersi egli stesso sulle sue tracce e di farsi vendetta da solo. Tra continue avventure, inseguimenti, fughe, Gordon si addentra nell'inospitale giungla colombiana. Infiltratosi fra i ribelli, viene catturato da El Lobo ma riesce a scappare grazie all'aiuto della moglie di questi, Selena, che appare determinata ad aiutare gli Stati Uniti. Gordon, Selena e il figlio adottivo di lei arrivano nella roccaforte dell'intelligence a Los Angeles, dove la donna fornisce le indicazioni necessarie per sventare un nuovo attacco dinamitardo. Gordon però scopre che Selena sta facendo il doppio gioco: la bomba è stata portata proprio nell'edificio dell'FBI. Gordon sventa i piani dei terroristi, fronteggia El Lobo e Selena (responsabile diretta dello scoppio che ha ucciso i suoi), li uccide e si prende alla fine cura del figlioletto adottivo dei due terroristi.
Critica "Arriva finalmente 'Danni Collaterali' di Andrew Davis, bloccato dopo l'11 settembre. Si parla di terrorismo, una bomba esplode in un grattacielo, meglio rimandare. Ma intanto Schwarzenegger apre la terza fase della sua carriera, sempre eroica ma meno muscolare. (...) Francesca Neri fa la donna del Lobo, pure lei madre, dunque combattuta, e il copione le riserva molte scene d'azione. Altro non racconteremo, ma il film resta un gran pasticcio". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 22 febbraio 2002)
"Tenuto in sospeso dal massacro dell'11 settembre 2001 a New York, a causa di quelle che venivano considerate coincidenze eccessive, urtanti, il film esce ora per raccontare la vendetta d'un ufficiale dei vigili del fuoco (...) Prima esperienza americana per Francesca Neri, pesante e primario come tanti altri film con Schwarzenegger, dà un'immagine dell'America Latina persino parodistica o ridicola". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 22 febbraio 2002)
"Schwarzenegger tenta di fermare il declinante successo dei suoi film con un altro ruolo d'azione, tra Predator e il cugino attempato di Rambo, con un pathos di sapore domestico. È singolare che l'attore non concentri la sua terza età professionale nell'ambito della commedia, dove, in passato, non ha sfigurato. Il film ha numerose e impreviste analogie con quello che è accaduto a New York nel settembre dello scorso anno. (...) Chiedere il rispetto del bon ton, del politicamente corretto o dell'ideologicamente moderato a certi action-movie è ingenuo. Aspettarsi un intreccio più avvincente, meno prevedibile, coreografato meglio, con una piccola dose di ironia metacinematografica, interpretato con più incisività di un fumetto venuto male, è una pretesa legittima. Anche perché un'esplosione e un cazzotto sono un'esplosione e un cazzotto: realismo della convenzione sciatta". (Enrico Magrelli, 'Film Tv', 26 febbraio 2002)
"Tenuto in quarantena per coincidenze e preveggenze dopo le Twin Towers ora ricoperto in patria di patriottici dollari, 'Danni collaterali' del regista d'azione Andrew Davis rappresenta uno dei vertici del ridicolo del cinema d'azione muscolare. Dargli del reazionario sarebbe un complimento, perché è solo un concentrato di insensatezza in un ricettacolo di violenza. Per fortuna spesso il racconto è così ridicolo da risultare comico suo malgrado". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 23 febbraio 2002)
"Con l'età, il sorriso di pietra e il fisico di marmo di Schwarzenegger permettono all'eroe le elementari espressioni di Frankenstein, mentre le imprese di coraggio e abnegazione si spostano involontariamente nell'archivio di 'oggi le comiche'. Pesante e sempre più impacciato, con i muscoli che non tengono più nemmeno in faccia, Schwarzy è un pompiere giustiziere su cui pendono l'eredità di John Wayne e la cambiale dell'11 settembre. (...) Quasi ogni passaggio di sceneggiatura accade a dispetto della benevolente credulità dello spettatore, che potrebbe avere un tracollo davanti alla farsesca cattiveria di Francesca Neri. Davis (a cui si devono Il fuggitivo e Trappola in alto mare) dirige con gli occhi chiusi". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 28 febbraio 2002)
"Girato in Messico, 'Danni collaterali' si vuole però 'colombiano' come 'All'inseguimento della pietra verde' di Robert Zemeckis, (1984), e 'Rapimento e riscatto' di Taylor Hackford. Ma non ha lo stesso scanzonato brio del primo e la sensualità del secondo. Invecchiato, sofferente, più che di morire ammazzato nel film, Schwarzenegger rischia il secondo infarto nella realtà. La Neri, sempre fuori parte, ha alcune battute di grande umorismo involontario". (Maurizio Cabona, 'Il giornale', 24 febbraio 2002)