Io so che tu sai che io so

6,8

1982

Regia: A.Sordi

Genere: Drammatico

Genere: Sociale

CAST

Alberto Sordi

Monica Vitti

Salvatore Jacono

Giuseppe Mannajuolo

Micaela Pignatelli

Pierfrancesco Aiello

Ivana Monti

Claudio Gora

Cesare Cadeo

Napoleone Sgrugli

Sandro Paternostro

Isabella De Bernardi



IO SO CHE TU SAI CHE IO SO
Anno 1982
Durata 114
Origine ITALIA
Colore C
Genere DRAMMATICO, SOCIALE
Specifiche tecniche PANORAMICO, TELECOLOR
Produzione AUGUSTO CAMINITO PER SCENA FILM (1982)
Distribuzione MEDUSA - DOMOVIDEO, MONDADORI VIDEO
Regia
Alberto Sordi
Attori
Alberto Sordi Fabio Bonetti
Monica Vitti Livia Bonetti
Isabella De Bernardi Veronica Bonetti
Salvatore Jacono Lo Studente
Giuseppe Mannajuolo Cavalli
Micaela Pignatelli Signora Vitali
Pierfrancesco Aiello Il Nipote Di Cavalli
Ivana Monti Valeria, Segretaria Di Fabio
Claudio Gora Ronconi, L'Avvocato
Cesare Cadeo Se Stesso
Napoleone Sgrugli
Sandro Paternostro Se Stesso
Soggetto
Rodolfo Sonego
Sceneggiatura
Rodolfo Sonego
Alberto Sordi
Augusto Caminito
Fotografia
Sergio D'Offizi
Musiche
Piero Piccioni
Montaggio
Tatiana Casini Morigi
Scenografia
Lorenzo Baraldi
Costumi
Bruna Parmesan
Effetti
Giovanni Corridori
Trama Fabio Bonetti, 50 anni, è un bancario. E' sposato con Livia ormai da vent'anni e la vita coniugale si trascina avanti stancamente nella monotonia quotidiana. Le due passioni di Fabio sono la tv e le partite di calcio. Un giorno irrompe nella loro vita un detective privato, incaricato dal famoso finanziere Vitali di pedinare la moglie Elena, che abita nello stesso palazzo dei Bonetti. Elena Vitali ha prestato la sua Panda a Livia e così il detective ha filmato per diverse settimane la vita di Livia. Dopo alterne vicende Fabio viene in possesso dei filmati e proiettandoli scopre le situazioni tragiche nascoste sotto la vita normale della sua famiglia: la figlia sedicenne Veronica si droga dall'età di tredici anni, la moglie l'ha tradito con un altro uomo; lui stesso, Fabio, ha una malattia incurabile e i suoi giorni sono contati. Vedendo però tutti i filmati a poco a poco si rende conto delle sua responsabilità. Della figlia non si è mai curato, anche quando lei indossava i vestiti del padre per richiamare la sua attenzione; la moglie l'ha tradito perché egli le ha preferito una partita di calcio, facendole sperimentare tutta l'amarezza della solitudine; la sua malattia invece non esiste, perché i medici si sono sbagliati. Così Fabio, dapprima furente e disperato, accetta le sue colpe e decide di rassegnarsi alle umili, malinconiche gioie della vita quotidiana in seno alla famiglia.
Note - ASSISTENTE ALLA REGIA: PAOLA SCOLA.
Critica "L'opera di Sordi, malgrado i suoi difetti, può offrire lo spunto ad un efficace dibattito sui problemi di scottante attualità." (Segnalazioni cinematografiche, vol. 93, 1982).