Ladri di biciclette

8,3

1948

Regia: V.De Sica

Genere: Drammatico

CAST

Lamberto Maggiorani

Enzo Staiola

Lianella Carell

Elena Altieri

Gino Saltamerenda

Vittorio Antonucci

Giulio Chiari

Mario Meniconi

Ida Bracci

Fausto Guerzoni

Carlo Jachino

Sergio Leone

Massimo Randisi

Checco Rissone

Michele Sakara

Peppino Spadaro

Nando Bruno

Giovanni Corporale

Giulio Battiferri

Eolo Capritti

Emma Druetti

Memmo Carotenuto



LADRI DI BICICLETTE
Anno 1948
Altri titoli The Bicycle Thief
Bicycle Thieves
Fahrraddiebe
Durata 90
Origine ITALIA
Colore B/N
Genere DRAMMATICO
Tratto da romanzo omonimo di Luigi Bartolini
Produzione PRODUZIONI DE SICA
Distribuzione ENIC
Regia
Vittorio De Sica
Attori
Lamberto Maggiorani Antonio Ricci
Enzo Staiola Bruno
Lianella Carell Maria Ricci
Elena Altieri Signora benefattrice
Gino Saltamerenda Baiocco
Vittorio Antonucci Il ladro
Giulio Chiari Un attacchino
Mario Meniconi Meniconi lo spazzino
Ida Bracci Dorati La Santona
Fausto Guerzoni Un filodrammatico
Carlo Jachino Mendicante
Sergio Leone Un seminarista tedesco
Massimo Randisi Il ragazzetto borghese in trattoria
Checco Rissone Il vigile in Piazza del Popolo
Michele Sakara Il segretario alla Beneficenza
Peppino Spadaro Il brigadiere
Nando Bruno
Giovanni Corporale
Giulio Battiferri Un cittadino che difende il vero ladro
Eolo Capritti
Emma Druetti
Memmo Carotenuto
Soggetto
Luigi Bartolini
Cesare Zavattini
Sceneggiatura
Oreste Biancoli
Cesare Zavattini
Suso Cecchi d'Amico
Adolfo Franci
Gherardo Gherardi
Vittorio De Sica
Gerardo Guerrieri
Fotografia
Carlo Montuori
Musiche
Alessandro Cicognini
Montaggio
Eraldo Da Roma
Scenografia
Antonio Traverso
Trama Un operaio disoccupato trova un posto d'attacchino municipale, ma ci vuole la bicicletta. L'operaio ne possiede una ma è al monte di pietà. Niente paura: la moglie impegna le lenzuola e riscatta la bicicletta. L'attacchino incomincia il suo lavoro, ma dopo meno di un'ora, un ragazzaccio gli ruba questa preziosa bicicletta. Tenta d'inseguirlo ma è inutile. L'uomo ritorna a casa in preda alla disperazione. Denuncia il furto al Commissariato, ma non gli danno nessuna speranza. Nessuno prende interesse al suo caso all'infuori di un amico spazzino. L'attacchino si aggira tra i rivenditori di biciclette: non trova la sua, ma intravede il ladro e si dà ad inseguirlo, accompagnato dal figliolo, un bimbo di sei anni. L'inseguimento gli fa attraversare tutta Roma in un giorno di domenica: vediamo così la "messa del povero", una trattoria, una casa equivoca, infine il domicilio del ladruncolo. L'attacchino trova dovunque indifferenza od ostilità. Infine, esasperato, pensa di rivalersi, rubando una bicicletta incustodita, ma lo fa così goffamente che viene subito preso e solo i pianti del bambino lo salvano dall'arresto. Padre e figlio tornano a casa, esausti, disperati, piangenti.
Note - SERGIO LEONE HA PRESO PARTE AL FILM NEL RUOLO DI UN GIOVANE SEMINARISTA.
- PREMIO OSCAR 1949 PER IL MIGLIOR FILM STRANIERO (CHE FINO AL 1955 SI CHIAMERA' SOLO "PREMIO SPECIALE") IL SECONDO PER DE SICA CHE LO AVEVA GIA' VINTO CON "SCIUSCIA' " NEL 1946.
- CANDIDATO ALL'OSCAR PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA.
- NASTRO D'ARGENTO 1949 PER: MIGLIOR FILM, SOGGETTO, REGIA, SCENEGGIATURA, FOTOGRAFIA, MUSICA.
- PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA AL IV FESTIVAL DI LOCARNO 1949.
- GRAN PREMIO AL FESTIVAL MONDIALE DEL FILM E DELLE ARTI DEL BELGIO 1949.
- PREMIO AL BRITISH FILM ACADEMY 1950.
- NEL 1958 E' STATO GIUDICATO "SECONDO MIGLIOR FILM DI TUTTI I TEMPI" ALLA CONFRONTATION DI BRUXELLES.
- IL BRITISH FILM INSTITUTE LO HA INSERITO NELLA CLASSIFICA, STILATA NEL 2005, DELLE 50 OPERE PIÙ ADATTE A UN PUBBLICO GIOVANE.
- IL FILM E' STATO RESTAURATO NEL LUGLIO 2002 PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DI VITTORIO DE SICA (7 LUGLIO 1902)
Critica "L'aneddoto è debole specie alla partenza: una bicicletta di terza mano non è poi difficile da ottenere in Italia. Superato il piccolo impaccio iniziale, il racconto corre via geniale e felice. E' un capolavoro fatto di nulla, tra il primo Clair e il secondo Chaplin, pieno di delicate osservazioni d'ambiente, di trovate d'atmosfera: un'elegia nata sotto il segno della grazia, e che sarà difficile ripetere [...]". (Piero Bianchi, "Filmcritica", 6/7, giugno/luglio 1951)