Parenti serpenti

7,0

1991

Regia: M.Monicelli

Genere: Grottesco

CAST

Pia Velsi

Riccardo Scontri

Monica Scattini

Paolo Panelli

Eugenio Masciari

Cinzia Leone

Alessandro Haber

Marina Confalone

Renato Cecchetto

Tommaso Bianco

Eleonora Alberti



PARENTI SERPENTI
Anno 1992
Durata 105
Origine ITALIA
Colore C
Genere GROTTESCO
Specifiche tecniche PANORAMICA A COLORI
Produzione CLEMI CINEMATOGRAFICA
Distribuzione CDI - MFD HOME VIDEO, CDI HOME VIDEO, CLEMI VIDEO
Regia
Mario Monicelli
Attori
Pia Velsi Nonna Trieste
Riccardo Scontri Mauro
Monica Scattini Milena
Paolo Panelli Nonno Saverio
Eugenio Masciari Alessandro
Cinzia Leone Gina
Alessandro Haber Alfredo
Marina Confalone Lina
Renato Cecchetto Filippo
Tommaso Bianco Michele
Eleonora Alberti Monica
Soggetto
Carmine Amoroso
Piero De Bernardi
Mario Monicelli
Suso Cecchi d'Amico
Sceneggiatura
Mario Monicelli
Piero De Bernardi
Suso Cecchi d'Amico
Carmine Amoroso
Fotografia
Franco Di Giacomo
Musiche
Ruy De Cesaris
Montaggio
Ruggero Mastroianni
Scenografia
Franco Velchi
Trama Nevica abbondantemente in un piccolo paese degli Abruzzi, la vigilia di Natale, dove giungono da varie città, per trascorrere come ogni anno le feste insieme ai vecchi genitori, le figlie Lina (col marito Michele e il figlioletto Mauro), Milena (col marito Filippo) e i figli Alessandro (con la moglie Gina e la figlia Monica) e Alfredo, che è scapolo. La nonna Trieste, ancora attiva e lucida, e il nonno Saverio, ex carabiniere, che invece ha la mente piuttosto confusa, li accolgono con grande gioia e l'atmosfera della casa appare piena di affetto e di calore. Naturalmente si seguono in tutto le antiche tradizioni; il baciamano natalizio ai genitori, l'albero coi doni, la messa di mezzanotte, il cenone, la tombola, mentre affiorano i primi screzi e pettegolezzi, specie fra le due sorelle e la cognata. Poi nonna Trieste, commossa delle tante dimostrazioni di affetto, durante il pranzo del giorno di Natale, comunica ai congiunti che lei e il nonno hanno deciso di andare a vivere insieme a uno qualsiasi dei figli gli ultimi anni della loro vita, dopo aver scartato con orrore l'idea dell'ospizio (che è andata a visitare). Aggiunge poi che, oltre alla metà della loro pensione, verrà donata al figlio, che li accoglierà, la casa in cui vivono ora al paese. E non si accorge, la poveretta, che la sua proposta ha sconvolto tutti i congiunti, creando un tremendo imbarazzo. Dopo qualche vaga risposta, appena i nonni vanno a fare la loro solita passeggiata, i congiunti, allontanati i due bambini, si chiudono in una stanza e cominciano a litigare fra loro, rinfacciandosi colpe grosse e piccole, con acrimonia. Si rivela così che Gina, la cognata modenese, da sempre giudicata una poco di buono, è l'amante di Michele (il marito di Lina), e viene mostrata una fotografia oscena, che non lascia dubbi. Alfredo, spinto dagli altri ad accollarsi i genitori, perchè è scapolo, confessa di essere omosessuale, e di convivere con un uomo. Insomma i figli rifiutano, e si comincia a parlare di un ospizio di "lusso", quando la televisione dà la notizia di una casa esplosa a causa di una bombola di gas: è la soluzione, che tutti accettano, accordandosi con un solo sguardo. La notte di Capodanno, dopo aver donato ai genitori una stufa a gas, i congiunti si recano al veglione, conducendo anche i bambini, e a mezzanotte, quando "botti" e fuochi d'artificio riempiono il paese, in casa dei nonni rimasti soli la stufa esplode, uccidendo i due vecchi. Mauro, nel tema sulle vacanze, racconta il fatto a scuola e dice di non spiegarsi perchè i parenti hanno dichiarato che la stufa era molto vecchia, mentre era nuovissima: regalata il giorno stesso dell'incidente.
Critica Il film di Mario Monicelli presenta un quadro desolante della vita piccola borghese italiana, anche in un piccolo paese, dove le tradizioni sono soltanto folclore ed esteriorità, la religione è superficiale, e regna in realtà l'egoismo più spietato. Durante i giorni di festa in famiglia abbondano le grandi abbuffate e gli abbracci, ma serpeggiano (anche prima della crisi) risentimenti nascosti e velenosi. Forse le intenzioni del regista sarebbero di denuncia, ma Monicelli usa un tono troppo acre e perfido, che non risparmia nulla. E quando si arriva all'uccisione dei genitori ingombranti, decisa da tutti con cinismo feroce, per mezzo di una sola occhiata, mentre ascoltano l'involontario suggerimento dato dalla televisione con la notizia di un incidente analogo, e si vedono poi i figli assassini starsene tranquillamente al veglione (mentre sanno bene cosa accadrà), il limite del grottesco viene superato e si provano orrore e repulsione. La prima parte del film si dilunga troppo in scenette bozzettistiche, l'ultima è certamente condotta tecnicamente meglio. Tutti gli attori sono ottimi, specie Marina Gonfalone, nel ruolo di Lina. (Segnalazioni Cinematografiche)