Tutti a casa

7,1

1960

Regia: L.Comencini

Genere: Drammatico

CAST

Alberto Sordi

Serge Reggiani

Martin Balsam

Carla Gravina

Didi Perego

Mac Ronay

Jole Mauro

Nino Castelnuovo

Mario Feliciani

Silla Bettini

Mino Doro

Edda Ferronao

Alex Nicol

Vincenzo Musolino

Mario Frera

Claudio Gora

Ciccio Barbi

Guido Celano

Carlo DAngelo

Ugo DAlessio

Achille Compagnoni

Luisina Conti

Armando Zanon

Gabriella Giorgelli

Franco Polari

Eduardo De Filippo



TUTTI A CASA
Anno 1960
Altri titoli La grande pagaille
Everybody Go Home
Durata 120
Origine FRANCIA, ITALIA
Colore B/N
Genere COMMEDIA
Produzione DINO DE LAURENTIIS CINEMATOGRAFICA (ROMA), ORSAY FILM (PARIGI)
Distribuzione DINO DE LAURENTIIS CINEMATOGRAFICA - RICORDI VIDEO, VIVIVIDEO
Riedizione 1962
Regia
Luigi Comencini
Attori
Alberto Sordi Sottotenente Alberto Innocenzi
Serge Reggiani Geniere Assunto Ceccarelli
Eduardo De Filippo Il padre di Alberto
Martin Balsam Sergente Fornaciari
Carla Gravina Silvia Modena
Didi Perego Caterina Brisigoni
Mac Ronay Evaristo Brisigoni
Jole Mauro Teresa, moglie di Fornaciari
Nino Castelnuovo Artigliere Codegato
Mario Feliciani Capitano Passerin
Silla Bettini Tenente Di Fazio
Mino Doro Maggiore Nocella
Edda Ferronao Maria
Alex Nicol Prigioniero americano
Vincenzo Musolino Il primo fascista
Mario Frera Il secondo fascista
Claudio Gora Il colonnello
Ciccio Barbi Cuciniere
Guido Celano Fascista che arresta Fornaciari
Carlo D'Angelo Ufficiale coi partigiani a Napoli
Ugo D'Alessio Il prete
Achille Compagnoni Soldato coi partigiani
Luisina Conti
Armando Zanon
Gabriella Giorgelli
Franco Polari
Soggetto
Age
Furio Scarpelli (Scarpelli)
Sceneggiatura
Age
Furio Scarpelli (Scarpelli)
Luigi Comencini
Marcello Fondato
Fotografia
Carlo Carlini
Musiche
Angelo Francesco Lavagnino
Musiche dirette da Franco Ferrara
Montaggio
Nino Baragli
Scenografia
Carlo Egidi
Arredamento
Riccardo Domenici
Costumi
Ugo Pericoli
Trama Dopo l'8 settembre il sottotenente Alberto Innocenzi, conscio dei doveri del grado che ha sulla divisa, fa il possibile per mantenere unito il suo reparto, aspettando ansiosamente istruzioni precise. Quando si rende conto che non ne verranno, dimentica il senso del dovere e della disciplina e diventa come tanti altri, uno sbandato. Alberto getta la divisa, veste abiti che lo trasformano in un altro uomo e si unisce a tre militari del suo reparto che cercano di raggiungere al più presto casa. Tra questi uomini non c'è più alcun legame, né di subordinazione, né di solidarietà, né di amicizia. Tutti e quattro, però, hanno perso il senso di ciò che è giusto e ciò che non lo è. Incontrano dei militari che vanno in montagna per partecipare alla resistenza contro i tedeschi, ma a loro sembra una follia. Vedono morire un loro compagno per mano dei tedeschi, nel disperato tentativo di salvare un'ebrea; ma anche questo episodio li lascia indifferenti. Innocenzi vede catturare il suo caporale perché la moglie ha aiutato un americano; ma è soltanto contento di essersela cavata. Quando arriva finalmente a casa, suo padre però lo incita ad arruolarsi nel nuovo esercito fascista. L'ex ufficiale scappa dalla finestra quando si accorge che suo padre non lo capisce più. Forse l'unico che può capirlo è quel noioso, antipatico geniere Ceccarelli che è rimasto al suo fianco come un cagnolino, ha visto tutto quello che ha visto lui, è passato attraverso le stesse esperienze. Si forma tra i due un vincolo di solidarietà, una nuova strana amicizia. Quando Innocenzi, braccato dai tedeschi, riesce a mettersi in salvo, vede che l'amico è stato ferito nel tentativo di fuga e allora esce dal suo nascondiglio, prende un mitra, spara, va ad aiutare il suo soldato: ha ritrovato improvvisamente i sentimenti, la dignità dell'ufficiale.
Note - PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA AL FESTIVAL DI MOSCA 1961.
- DAVID DI DONATELLO 1961 PER MIGLIOR PRODUZIONE (DINO DE LAURENTIIS), MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA (ALBERTO SORDI).
Critica "Il regista ha voluto descrivere, come in un affresco, la situazione venutasi a creare in Italia dopo l'annuncio dell'armistizio dell'8 settembre, presentando i diversi episodi come vissuti da un gruppo di soldati sbandati. Notevole la impegnata recitazione, mentre la regia, che alterna episodi poetici con altri comici o drammatici, pur dando vita a brani eccellenti, non ha saputo fondere le varie parti in armonica unità, anche per la quantità eccessiva del materiale raccolto." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 48, 1960)
"I risultati non sono certo eccezionali, ma nella loro modestia rientrano in quel cinema medio, sorretto da un buon mestiere e una buona cultura, che è proprio il miglior Comencini". (Gianni Rondolino, "Catalogo Bolaffi del cinema italiano, 1956/1965")