Alexander

5,4

2004

Regia: O.Stone

Genere: Avventura

Genere: Drammatico

Genere: Guerra

CAST

Colin Farrell

Jared Leto

Anthony Hopkins

Rosario Dawson

Angelina Jolie

Val Kilmer

Rory McCann

Gary Stretch

Ian Beattie

Raz Degan

Laird Macintosh

Francisco Bosch

Christopher Plummer

Marta Baronha

Kate Eloise

Michelle Lukes

Anjali Mehra

Tania Matos

Matthew Powell

Monica Zamora

Brian Blessed

Joseph Morgan

Leighton Morrison

Isaac Mullins

Monica Perego

Gillian Grueber

Benny Maslov

Antoine Kurt

Suzanne Bullock

Erol Sander

Elliot Cowan

Connor Paolo

Jonathan Rhys Meyers



ALEXANDER
Anno 2004
Durata 173
Origine GERMANIA, GRAN BRETAGNA, OLANDA, USA
Colore C
Genere AVVENTURA, DRAMMATICO, GUERRA
Produzione MORITZ BORMAN, JON KILIK, THOMAS SCHUHLY, IAIN SMITH E OLIVER STONE PER INTERMEDIA FILMS, IMF PICTURES, PACIFICA FILM, WARNER BROS.
Distribuzione WARNER BROS. ITALIA (2005)
Data uscita 14-01-2005
Regia
Oliver Stone
Attori
Colin Farrell Alessandro
Jared Leto Efestione
Anthony Hopkins Tolomeo
Rosario Dawson Roxane
Angelina Jolie Olimpia
Jonathan Rhys Meyers Cassandro
Val Kilmer Filippo
Rory McCann Cratero
Gary Stretch Cleitus
Ian Beattie Antigonus
Raz Degan Dario III, Scià di Persia
Laird Macintosh Neottolemo
Francisco Bosch Bagoa
Christopher Plummer Aristotele
Marta Baronha Danzatrice
Kate Eloise Danzatrice
Michelle Lukes Danzatrice
Anjali Mehra Danzatrice
Tania Matos Danzatrice
Matthew Powell Danzatore
Monica Zamora Danzatrice
Brian Blessed Leonida
Joseph Morgan Filottete
Leighton Morrison Danzatore
Isaac Mullins Danzatore
Monica Perego Danzatrice
Gillian Grueber Danzatrice
Benny Maslov Danzatore
Antoine Kurt Danzatore
Suzanne Bullock Danzatrice
Erol Sander
Elliot Cowan Giovane Tolomeo
Connor Paolo Giovane Alessandro
Soggetto
Oliver Stone
Christopher Kyle
Laeta Kalogridis
Sceneggiatura
Oliver Stone
Christopher Kyle
Laeta Kalogridis
Fotografia
Rodrigo Prieto
Musiche
Vangelis
Montaggio
Yann Herve'
Thomas J. Nordberg
Alex Marquez
Gladys Joujou
Scenografia
Jan Roelfs
Costumi
Jenny Beavan
Effetti
Peter Norcliffe
Terence J. Cox
The Moving Picture Company
BUF
Trama Il giovane Alessandro Magno, divorato dal desiderio di gloria e avventura, parte dalla Macedonia per conquistare ed estendere il suo dominio fino ai territori oggi noti come Asia centrale, portando il suo esercito in zone dove fino ad allora mai nessun occidentale era arrivato. Portava dentro di sé il desiderio di guadagnare l'approvazione del padre Filippo, le difficoltà con l'ambiziosa moglie persiana Roxane e il sostegno della profonda amicizia con l'amico Efestione. Insieme al suo generale Tolomeo non è mai sconfitto in battaglia, cosa mai successa nella storia militare. Alessandro e i suoi uomini si spingono attraverso deserti, montagne, giungle misteriose, lottando con chiunque osi ostacolare il loro cammino...
Note - CONSULENTE STORICO: ROBIN LANE FOX.
Critica "C'è ancora qualcuno che parla di cinema, davanti a un film? C'è ancora spazio per considerare le qualità che danno profondità, coerenza, risonanza a un buon film, o i prodotti della cosiddetta settima arte sono ormai condannati a suscitare discussioni in cui tutto fa brodo, il costume, le intenzioni, la fedeltà storica e perfino la correttezza politica, fuorché appunto quella fusione di ritmo visivo e sonoro, detto e non detto, mostrato e non mostrato, che chiamiamo cinema? Prendiamo il caso 'Alexander'. Tanto Stone che i suoi detrattori brandiscono come clave aspetti certamente primari ma non decisivi. Chiaro ad esempio che non è la pansessualità di Alessandro Magno a infastidire, ma l'incapacità della regia (e di Colin Farrell) a fare di questa sessualità una realtà viva e vibrante, intimamente connessa con una mentalità e una religione abissalmente lontane dalle nostre. Altrettanto si può dire per quasi tutti gli snodi decisivi del film di Stone, grande regista che però qui appare confuso, enfatico, sopraffatto dalla materia, dunque costretto a cucire insieme col filo bianco registri espressivi molto diversi senza mai riuscire ad armonizzarli. Così non è la chiave edipica, ci mancherebbe, a essere debole in sé. E' la pochezza estetica e recitativa del terzetto Val Kilmer-Angelina Jolie-Colin Farrell, ovvero Filippo, Olimpiade e Alessandro, a rendere i tormenti intimi del giovane re declamati e inautentici. (...) Naturalmente il regista di 'Platoon', 'Jfk' e 'Natural Born Killers' merita un minimo di difesa d'ufficio. Si possono elogiare ad esempio le scene di battaglia. E' notevole il Dario ieratico e sconfitto disegnato dal sorprendente Raz Degan, una delle poche immagini che si stampano nella memoria (sarà un caso se non pronuncia una sola parola intellegibile?). Si possono apprezzare il messaggio multiculturale e il rigore storico di scene e costumi. Ma torniamo al punto di partenza. Ci sono capolavori storicamente assurdi ma cinematograficamente entusiasmanti. 'Alexander' non rientra nella categoria. E spiace che per il fiasco Stone mediti di trasferirsi in Europa perché all'America deve tutto. Il carattere, la storia, la combattività. E i film migliori." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 14 gennaio 2005)
"Che 'Alexander' di Oliver Stone sia un pasticcio è cosa nota, come il fatto che farà fatica al box office, vedi nella puritana America. Peccato, perché è un film forse sbagliato, ma con genio, per eccesso, da non confondersi col computer kitsch di 'Troy'. Nel raccontare infanzia e adolescenza del guerriero che a 25 anni si era impadronito del 90% del mondo conosciuto, Stone inquadra il privato e soffre. Pur con due strepitose scene di battaglia che partono astratte e finiscono atroci, quella a Gaugamela dove Alessandro con i suoi (in tacchi a spillo?) vinse il persiano Dario e quella indiana con gli elefanti virata in rosso psichedelico, la storia è clamorosamente freudiana, col super io presso Zeus e nell'Iliade di Achille e riferimenti non casuali ai grandi mammoni, Edipo e Amleto. (...) La morte dell'amico, fra broccati viziosi, è un pezzo da 'Signora delle camelie' in scenografia scaligera da Wallman, una follia visiva: si possono chiamare testimoni 'La cena delle beffe' di Benelli e 'Chant d'amour' di Genet. Peccato che la verbosità dell'impianto rallenti il decorso visionario, per colpa di Hopkins che parla senza freno. Farrell, con l'aria un po' catatonica, è prodigioso, un Magnum introverso indimenticabile. Così tutto l'impianto dell'affascinante colosso gayo in 2 ore e 53' , in cui c'è di tutto, di più e troppo, anche un coraggio sadomaso di energica sincerità che stupisce Hollywood abbia permesso." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 15 gennaio 2005)