Mare dentro

Mar adentro

8,0

2004

Regia: A.Amenabar

Genere: Drammatico

CAST

Javier Bardem

Lola Dueñas

Belen Rueda

Mabel Rivera

Celso Bugallo

Clara Segura

Joan Dalmau

Alberto Jimenez

Tamar Novas

Francesc Garrido

Alberto Amarilla

Jose Maria Pou



MARE DENTRO
Anno 2004
Titolo Originale MAR ADENTRO
Altri titoli OUT TO SEA
THE SEA WITHIN
Durata 125
Origine FRANCIA, ITALIA, SPAGNA
Colore C
Genere DRAMMATICO
Specifiche tecniche 35 MM (1:2,35), SCOPE
Produzione FERNANDO BOVAIRA E ALEJANDRO AMENABAR PER HIMENOPTERO/SOGECINE, UGC IMAGES, EYESCREEN, TVE, CANAL+, TVG, FILMANOVA INVEST, EURIMAGES/ICAA
Distribuzione LUCKY RED
Data uscita 04-09-2004
Regia
Alejandro Amenàbar
Attori
Javier Bardem Ramon Sampedro
Lola Dueñas Rosa
Belen Rueda Julia
Mabel Rivera Manuela
Celso Bugallo Jose'
Clara Segura Gene'
Joan Dalmau Joaquin
Alberto Jimenez German
Tamar Novas Javi
Francesc Garrido Marc
Alberto Amarilla Fratello Andres
Jose' Maria Pou Padre Francisco
Soggetto
Mateo Gil
Alejandro Amenàbar
Sceneggiatura
Mateo Gil
Alejandro Amenàbar
Fotografia
Javier Aguirresarobe
Musiche
Alejandro Amenàbar
Montaggio
Alejandro Amenàbar
Iván Aledo
Scenografia
Benjamin Fernandez
Costumi
Sonia Grande
Effetti
Tim Mendler
Vincent Gilot
Trama E' la storia di Ramón Sampedro, un ex marinaio reso tetraplegico da un tuffo in mare. Nonostante l'affetto e la dedizione dei suoi familiari, dopo un trentennio di totale immobilità inizia con l'aiuto di un'associazione per i diritti umani, una inutile lotta con i tribunali spagnoli per ottenere il diritto a una morte dignitosa. Due donne, Julia un' avvocatessa colpita a sua volta da una malattia degenerativa, e Rosa, un'operaia con due figli piccoli, si impegnano ciascuna a suo modo, nella causa di Ramón, e dovranno fare i conti con i loro sentimenti e con i principi che hanno regolato fino a quel momento le loro vite.
Note - GRAN PREMIO DELLA GIURIA E COPPA VOLPI A JAVIER BARDEM PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE ALLA 61MA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA (2004), GOLDEN GLOBE 2005 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
- OSCAR 2005 COME MIGLIOR FILM STRANIERO. E' STATO CANDIDATO ANCHE PER IL MIGLIOR MAKE-UP (JO ALLEN, MANOLO GARCIA).
- DAVID DI DONATELLO 2005 COME MIGLIOR FILM DELL'UNIONE EUROPEA.
Critica "Una vita spezzata, la dignità umana ferita. Il filo che lega la sopravvivenza all'esistenza che deve essere tagliato per farla davvero finita... 'Vivere è un diritto, non un obbligo', ossia la frase-chiave del nuovo film di Alejandro Amenàbar. Con 'Mare dentro' il giovane regista di 'The Others' cambia radicalmente approccio, ispirandosi con qualche libertà strategica alla storia vera del marinaio galiziano, reso tetraplegico da un incidente, che lottò trent'anni filati contro le leggi dello stato invocando l'eutanasia. (...) Amenàbar è un regista abile e accorto, forse sin troppo. Il melodramma, poi, è un genere particolare che spesso viene percepito come un handicap dagli autori: in questo caso la strada prescelta è connaturata allo stile di sottrazione, una scabra, tersa geometria di primi piani, dialoghi, gesti che vuole abrogare i soliti effetti per sterilizzare il pathos e respingere ogni possibile ricatto sentimentale. Le cadute di 'Mare dentro' si registrano, così, quando Amenàbar fa librare il poveretto in un volo onirico (con la musica pucciniana a tutto volume) o lo ingaggia in un teatrino grottesco contro un prete anch'esso paralizzato. Non ci si appassiona a Sampedro, insomma, bensì a Bardem, il trasformista che interpreta al meglio il minimalismo poetico di base; o anche a Lola Duenas, la compaesana Rosa che spera di surrogare le proprie frustrazioni dedicandosi a lui, alla bellissima Belén Rueda, l'avvocato che intende farsi carico legalmente del suo caso, addirittura alla segaligna Mabel Rivera, la cognata contadina che lo accudisce con un amore che sconfina nella gelosia. Che ciò comporti un bene o un male artistico, lo deciderà l'intima sensibilità dei singoli spettatori." (Valerio Caprara, 'Il Mattino ', 5 settembre 2004)
"Magari si poteva mettere un po' meno musica e osare di più, lasciando qualche vuoto in un racconto sempre pieno e omogeneo. Ma l'ossessione di Sampedro è resa senza sconti. Ed è indimenticabile la risata, gorgogliante come un pianto, con cui Bardem accoglie i momenti più difficili, per sé e per chi ha vicino. Ricordandoci che 'la vita è un diritto, non un obbligo'. Ma non per questo bisogna rinunciare a educare un nipote zuccone." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 5 settembre 2004)
"E' bello il film? Forse, ma è difficile evitare un senso di disagio, e non perché ci dice che si può vivere tutta una vita lottando per morire, né perché sostenga la tesi che dovrebbe essere logico consentire la morte lucidamente desiderata non per porre fine a inutili sofferenze ma per liberarsi di una vita considerata umiliante e senza dignità. Forse semplicemente si teme che le emozioni destate da uno spettacolo siano soprattutto una accorta operazione mercantile su un tema, in questa caso, su cui si dibatte da sempre senza vero coraggio e vera pietà." (Natalia Aspesi, 'la Repubblica', 5 settembre 2004)
"Si può attraversare un intero film sdraiati a letto e costretti all'immobilità? Quella in cui s'impegna Javier Bardem incarnando il tetraplegico Ramón Sampedro in 'Mare dentro' è una prestazione virtuosistica senza precedenti, che avrà indotto la giuria a inserirlo fra i papabili della Coppa Volpi. (...) Spietato e delicato insieme, il film racconta le passioni, i contrasti e le gelosie femminili che l'affascinante Ramón seppe suscitare intorno a sé. Tutti gli interpreti sono eccellenti, ma la potente maschera di Bardem, ultracinquantenne credibile a dispetto dell'età giovanile e della taglia atletica dell'attore, polarizza l'attenzione." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 5 settembre 2004)
"Al di là del successo veneziano, 'Mare dentro' meriterebbe di venir visto da molti per la superba prova di Bardem, ben sostenuta dalla sensibile regìa di Alejandro Amenàbar, nonché per la problematica intorno alla legittimità di uscire di scena quando non si vuol sopravvivere in una condizione disperata. Intorno al protagonista figurano ottimi interpreti." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 18 settembre 2004)