King Kong

7,4

2005

Regia: P.Jackson

Genere: Avventura

Genere: Fantasia

CAST

Naomi Watts

Jack Black

Adrien Brody

Andy Serkis

Jamie Bell

Kyle Chandler

Lobo Chan

Thomas Kretschmann

Evan Parke

Colin Hanks

John Sumner

William Wallace

John Clarke

Joe Folau

Geraldine Brophy

Ray Woolf

Louis Sutherland

Richard Kavanagh

Stephen Hall

David Dengelo

Lorraine Ashbourne

Sandro Kopp

T.M. Bishop

Jarl Benzon

Crawford Thomson

Todd Rippon

Troy OKane

Jason Whyte

Pip Mushin

Craig Hall

Jed Brophy



KING KONG
Anno 2005
Durata 180
Origine NUOVA ZELANDA, USA
Colore B/N-C
Genere AVVENTURA, FANTASY
Specifiche tecniche 35 MM (2.35 : 1)
Produzione PETER JACKSON, FRANCES WALSH, CAROLYNNE CUNNINGHAM E JAN BLENKIN PER WINGNUT FILMS, UNIVERSAL PICTURES, BIG PRIMATE PICTURES
Distribuzione UIP
Data uscita 16-12-2005
Regia
Peter Jackson
Attori
Naomi Watts Ann Darrow
Jack Black Carl Denham, il regista
Adrien Brody Jack Driscoll
Andy Serkis Lumpy il cuoco
Jamie Bell Jimmy
Kyle Chandler Bruce Baxter
Lobo Chan Choy
Thomas Kretschmann Capitano Englehorn
Evan Parke Hayes
Colin Hanks Preston
John Sumner Herb
William Wallace
John Clarke
Joe Folau
Geraldine Brophy
Ray Woolf
Louis Sutherland
Richard Kavanagh
Stephen Hall
David Dengelo
Lorraine Ashbourne Attrice nella piece teatrale di Jack Driscoll
Sandro Kopp Newyorkese
T.M. Bishop V.I.P.
Jarl Benzon Newyorkese
Crawford Thomson
Todd Rippon
Troy O'Kane
Jason Whyte
Pip Mushin
Craig Hall Mike
Jed Brophy
Soggetto
Edgar Wallace
Merian C. Cooper
Sceneggiatura
Peter Jackson
Frances Walsh
Philippa Boyens
Fotografia
Andrew Lesnie
Musiche
James Newton Howard
Montaggio
Jamie Selkirk
Scenografia
Grant Major
Costumi
Terry Ryan
Effetti
Joe Letteri
Brian Van't Hul
Christian Rivers
Richard Taylor
Ben Snow
Weta Digital Ltd.
Eyetech Optics
Weta Workshop Ltd.
Trama Il regista indipendente Carl Denham ha in progetto di girare un documentario sulla sconosciuta Skull Island, al largo di Sumatra, e organizza una spedizione di cui fanno parte anche l'attrice di vaudeville Ann Darrow e il drammaturgo Jack Driscoll. La troupe viene imbarcata sulla nave 'Venture', comandata dal capitano Englehorn, che parte alla volta dell'isola. Giunti a destinazione, Denham e gli altri si imbattono in una serie di insidie e pericoli: tribù selvagge, animali preistorici e soprattutto un gigantesco gorilla, King Kong, che fraternizza con la bella Ann. L'affetto per la donna sarà nefasto per Kong, che, catturato e portato a New York per essere esibito come fenomeno da baraccone, andrà incontro ad un tragico destino...
Note - REMAKE DELL'OMONIMO FILM DIRETTO NEL 1933 DA MERIAN C. COOPER.
- IL COMPOSITORE JAMES NEWTON HOWARD HA SOSTITUITO HOWARD SHORE, CHE HA LASCIATO LA PRODUZIONE PER DIVERGENZE STILISTICHE CON PETER JACKSON.
- ANDY SERKIS, L'ATTORE CHE HA MIMATO KING KONG, AVEVA SUL VISO 132 SENSORI PER RIPRODURRE LE SUE ESPRESSIONI FACCIALI SUL MUSO DEL GORILLA.
- 2 NOMINATION AI GOLDEN GLOBE 2006 A PETER JACKSON (MIGLIOR REGIA) E A JAMES NEWTON HOWARD (MIGLIOR MUSICA).
- OSCAR 2006: MIGLIOR SUONO (CHRISTOPHER BOYES, MICHAEL SEMANICK, MICHAEL HEDGES, HAMMOND PEEK), MIGLIOR MONTAGGIO SONORO (MIKE HOPKINS, ETHAN VAN DER RYN), MIGLIORI EFFETTI SPECIALI. ALTRE NOMINATIONS: MIGLIOR SCENOGRAFIA.
Critica "Il genio neozelandese di Peter Jackson salta a piè pari il remake del '76 voluto da Dino De Laurentiis per il debutto di Jessica Lange, e con qualche variazione restituisce la fiaba dello scimmione preistorico e dell'attricetta alla sua origine. Con una forte componente di citazione cinefila (il clima della Depressione in cui agiva la gente di cinema e di spettacolo) e, nella prima metà delle tre ore di pellicola, introducendo una felice allusione al Conradiano 'Cuore di tenebra' ma anche alla rilettura che ne ha fatto Coppola in 'Apocalypse Now': Kruz-Brando-Kong. Poi la fantasmagoria di effetti non speciali ma specialissimi prende il sopravvento. Veramente da capogiro la sequenza dell'inseguimento dei dinosauri. Ma diventa fiera, catalogo, esposizione, campionario dilatato a discapito delle belle intuizioni, del romanticismo straziante e dell'ossessione di conoscenza che il regista-mago aveva saputo cogliere riflettendosi nel ruolo del regista del film nel film e quindi anche nei panni del capostipite Cooper, a discapito della forza del racconto." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 16 dicembre 2005)
"Jackson trova per gran parte del suo progetto l'ispirazione giusta collocando il kolossal in un mirabile contesto d'epoca e sviscerandone, appunto, la chiave doppiamente mitica e favolistica in termini storici e nostalgici. Un'opzione che rende fluido e avvincente il prologo, ambientato tra le folle newyorkesi flagellate dalla Grande Depressione e nevroticamente sorrette dall'eco del jazz e del lusso nel duro cammino verso la sopravvivenza; che indirizza credibilmente verso il cargo 'Venture' l'acrobata di vaudeville Anne, il febbrile regista Carl e l'idealista scrittore Jack; che raccorda abilmente i sogni d'avventura del mozzo, il cinismo del capitano e la disillusa perizia dei suoi secondi al catartico romanzo conradiano 'Cuore di tenebra' (e naturalmente alla reinvenzione coppoliana di 'Apocalypse Now'). Il nuovo 'King Kong' appare, così, divertente e appassionante per come sbozza i caratteri, esaspera i contrappunti, gioca con le prospettive fino a ricavarne veri e propri affreschi a tutto schermo tempestosi e gotici. Il gorilla che s'invaghisce della fanciulla e lotta per lei contro i mostri preistorici e le orrende creature che infestano l'Isola del Teschio è, in questo senso, antico e moderno, espressione della ferinità indomabile della natura e portatore di un bagliore di nuda e straziante verità nella proterva conquista del futuro operata dagli uomini. Peccato che tutto il movimento finale scada assurdamente, annullando l'aura erotica del prototipo e distruggendo l'ambiguità del connubio: stavolta non è la Bella che estenua la Bestia, ma la porca società che mitraglia la più banale e appagata delle love story." (Valerio Caprara, 'Il Mattino, 17 dicembre 2005)
"Il regista neozelandese Peter Jackson non risparmia precisazioni per collocare la favola nel contesto d'epoca: lavorando mirabilmente di computer su vecchie foto, fa emergere nel prologo un suggestivo quadro della Depressione per le vie di New York. Le folle in movimento, il traffico già intenso delle macchine, le luminose a Times Square, gli hobos, le minestre della Salvation Army, folate di jazz, numeri di vaudeville. (...) La spedizione di salvataggio incappa in mostri di ogni sorta con un'insistenza controproducente. Per frenare l'esuberanza del regista, qualcuno avrebbe dovuto ricordargli che dalla copia del '32 fu tagliato un attacco di ragni giganti perché "toglievano a Kong il primato della terribilità". Altrettanto pleonastiche sono le vicende dei personaggi minori. Dal momento in cui la Bestia stordita dal cloroformio finisce in catene, la Bella dimenticando i rischi corsi diventa la sua sfegatata paladina in un trasporto che banalizza l'erotismo di Fay Wray nel film originale. Tutta la sequenza di New York, con Kong che fugge dal palcoscenico, gli sconquassi nella metropoli, il ricongiungimento con la bionda ispiratrice al suono di musiche soavi e la scalata al grattacielo fanno scadere la faccenda a livelli risibili. Dopo il finale abbraccio consolatorio in vetta all'Empire fra Brody e Watts, gli spettatori di questo film monumentale e stupidissimo sfollano rassicurati dalla prospettiva che l'eroe sposerà la vedova Kong." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 17 dicembre 2005)
"Sono 80 le variazioni sul mito dello scimmione in amore, una fu proposta anche a Fellini. Dal film del '33 a questo, ci sono 199.328.000 dollari di differenza. Si vedono. Così è diversa l' ingenuità nella love story tra King, romantico come Mina, e la biondina nella New York depressa magnificamente ricostruita (stile digitale ma caldo) dal Signore Jackson degli anelli. Film spettacolo di tre ore con momenti intensi e belli, in tre capitoli: il primo conradiano, di mare verso il cuore di tenebra; il secondo da Lévi-Strauss ma con troppi selvaggi e mostri preistorici (fuga e lotta divertenti); poi il ritorno a casa e finale sull'Empire. Dentro al remake ci sono forse gli incubi di oggi e un bravo attore, Jack Black, che mima Orson Welles. Scene cult: Naomi Watts che si esibisce, come un provino, per il bestione; e i due che pattinano al Central Park come Astaire-Charisse in Spettacolo di varietà." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 7 gennaio 2006)