Il letto racconta

Pillow talk

7,4

1960

Regia: M.Gordon

Genere: Commedia

CAST

Rock Hudson

Doris Day

Tony Randall

Thelma Ritter

Nick Adams

Julia Meade

Allen Jenkins

Marcel Dalio

Lee Patrick

Alex Gerry



IL LETTO RACCONTA
Anno 1960
Titolo Originale Pillow Talk
Durata 98
Origine USA
Colore C
Genere COMMEDIA
Specifiche tecniche 35 MM, CINEMASCOPE, EASTMANCOLOR
Produzione ROSS HUNTER E MARTIN MELCHER PER ARWIN PRODUCTIONS, UNIVERSAL INTERNATIONAL PICTURES
Distribuzione UNIVERSAL
Musiche da Canzoni: "Roly Poly" di Elsa Doran e Sol Lake; "Pillow Talk" di Inez James e Buddy Pepper; "Inspiration", "I Need No Atmosphere", "Possess Me" e "You Lied" di Joe Lubin e I.J. Roth. La canzone del titolo è cantata da Doris Day (non accreditata) ed è di Buddy Pepper.
Regia
Michael Gordon
Attori
Rock Hudson Brad Allen/Rex Stetson
Doris Day Jan Morrow
Tony Randall Jonathan Forbes
Thelma Ritter Alma
Nick Adams Tony Walters
Julia Meade Marie
Allen Jenkins Harry
Marcel Dalio Pierot
Lee Patrick Mrs. Walters
Alex Gerry Dr. A.C. Maxwell
Soggetto
Russell Rouse
Maurice Richlin
Stanley Shapiro
Clarence Greene
Sceneggiatura
Russell Rouse
Maurice Richlin
Stanley Shapiro
Clarence Greene
Fotografia
Arthur E. Arling
Musiche
Frank De Vol
Montaggio
Milton Carruth
Scenografia
Richard H. Riedel
Costumi
Jean Louis
Bill Thomas
Effetti
Clifford Stine
Roswell A. Hoffmann
Trama Jan Morrow, giovane arredatrice, ha un telefono "duplex" collegato con quello di Brad Allen, un compositore di canzoni che trascorre lunghe ore in conversazioni telefoniche con le sue numerose amiche. Naturalmente i due, pur senza conoscersi, si detestano reciprocamente, poiché a ciascuno sembra che l'altro abusi del comune impianto telefonico, superando i limiti imposti dall'urbanità. Brad si permette di telefonare a Jan Morrow, apostrofandola con epiteti irriverenti. Quando il compositore incontra Jan in un locale notturno e la sente chiamare col suo nome e cognome da un conoscente, ne resta affascinato e non esita ad avvicinarla, presentandosi però sotto falso nome. Tra i due si sviluppa un sentimento di reciproca simpatia, che in Jan si trasforma ben presto in amore. Jonathan, un plurimilionario, che da tempo fa un'assidua corte all'arredatrice, s'accorge che lei si è innamorata di un altro e, spinto dalla gelosia, cerca di scoprire chi sia il suo rivale. Quando scopre che Jan è innamorata di Brad Allen, il suo migliore amico, senza perdere tempo, gli impone di abbandonare New York e ritirarsi in una lontana villa del Connecticut. Brad accetta, apparentemente rassegnato, ma gioca a Jonathan un tiro mancino: invita Jan ad accompagnarlo. Dopo qualche tempo però la ragazza scopre la vera identità dell'uomo che ama: indignata e addolorata, torna a New York. Ma Brad è innamorato sul serio e per avere modo di incontrarla, le affida l'incarico di rinnovare gli arredi del proprio appartamento. Jan accetta, ma si vendica, trasformando la casa di Brad in una specie di museo del cattivo gusto. Furibondo, Brad si precipita in casa della ragazza, la solleva di peso e la porta in casa sua, dove avviene la spiegazione reciproca e la riconciliazione.
Note - COLLABORAZIONE NON ACCREDITATA AI COSTUMI: BILL THOMAS.
- OSCAR 1960 PER MIGLIOR SOGGETTO E SCENEGGIATURA ORIGINALE. NOMINATION A DORIS DAY, THELMA RITTER (ATTRICE NON PROTAGONISTA), SCENOGRAFIA E COLONNA SONORA.
Critica "Si tratta di una commedia brillante, tipicamente americana, ricca di trovate, di situazioni divertenti, spesso paradossali: l'esilità della vicenda è compensata dalla cura meticolosa dei particolari, da notazioni di costume e di carattere appropriate. Regia abile e briosa, recitazione spigliata." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 47, 1960)
"Commediola sentimentale divertente e stupidina (esagerato Oscar per la sceneggiatura), abbondantemente passata di cottura e immersa nel saccarosio, che fa leva su battute maliziose e i sorrisini ebeti dei due simpatici protagonisti. Per nostra fortuna, il letto del titolo non se l'è proprio sentita di raccontare le reali imprese del finto macho Rock Hudson". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 28 ottobre 2002)