Io la conoscevo bene

7,4

1965

Regia: A.Pietrangeli

Genere: Drammatico

CAST

Stefania Sandrelli

Ugo Tognazzi

Nino Manfredi

Robert Hoffmann

Jean-Claude Brialy

Joachim Fuchsberger

Franco Fabrizi

Karin Dor

Veronique Vendell

Turi Ferro

Franco Nero

Franca Polesello

Sandro Dori

Robert Mark

Cesarino Miceli

Barbara Nelli

Solvj Stubing

Claudio Camaso

Renato Terra

Enrico Maria Salerno



IO LA CONOSCEVO BENE
Anno 1965
Altri titoli JE LA CONNAISSAIS BIEN
ICH HABE SIE GUT GEKANNT
I KNEW HER WELL
Durata 122
Origine ITALIA
Colore B/N
Genere DRAMMATICO
Specifiche tecniche PANORAMICA, 35 MM
Produzione ULTRA FILM, LE FILM DU SIECLE, ROXY FILM
Distribuzione MEDUSA
Musiche da "E SE DOMANI" DI ROSSI, CANTATA DA MINA, "DIMMI LA VERITA'" DI SERGIO ENDRIGO, "ROBERTA" DI CENCI E FAIELLA CANTATA DA PEPPINO DI CAPRI
Vietato 14
Regia
Antonio Pietrangeli
Attori
Stefania Sandrelli Adriana Astarelli
Ugo Tognazzi Baggini
Nino Manfredi Cianfanna
Enrico Maria Salerno Roberto
Robert Hoffmann Antonio
Jean-Claude Brialy Dario Marchionni
Joachim Fuchsberger Fausto, Lo Scrittore
Franco Fabrizi Paganelli, Press Agent
Karin Dor Barbara
Veronique Vendell Elis Stendhal, La Stellina
Turi Ferro Commissario
Franco Nero Italo, Meccanico
Franca Polesello Mascherina Cinema
Sandro Dori Allievo Attore
Robert Mark Regista Del Provino
Cesarino Miceli Picardi
Barbara Nelli
Solvj Stubing
Claudio Camaso
Renato Terra Caizzi
Soggetto
Ruggero Maccari
Antonio Pietrangeli
Ettore Scola
Sceneggiatura
Ettore Scola
Antonio Pietrangeli
Ruggero Maccari
Fotografia
Armando Nannuzzi
Musiche
Piero Piccioni
Montaggio
Franco Fraticelli
Scenografia
Maurizio Chiari
Costumi
Maurizio Chiari
Trama Adriana, una bella ragazza di campagna, dal Pistoiese si trasferisce a Roma in cerca di fortuna. Comincia a lavorare come domestica, poi fa la parrucchiera, quindi la maschera in un cinema, poi la cassiera in un bowling. Credulona, ingenua, ignorante, attratta soltanto dai dischi e dal ballo, mentre passa da un mestiere all'altro, subisce con indifferenza e con amoralità ogni compagnia maschile che le si presenta. Ma il suo non è calcolo, bensì fragilità, incoscienza e bisogno d'affetto. Di lei tutti approfittano, ma Adriana non se ne accorge e, nonostante tutto, piena di speranza, affida il denaro guadagnato a un ambiguo agente che le profila la possibilità di fare del cinema. In realtà, Adriana non farà che alcuni inserti pubblicitari; prenderà parte come comparsa ad un film mitologico; presenterà qualche vestito in teatrini di provincia. Né la nostalgia del paese d'origine, né l'interruzione di un'incipiente maternità riusciranno a salvarla. Un giorno, quando le disillusioni si accumuleranno facendole finalmente capire il vuoto che la circonda, Adriana porrà fine alla sua triste esistenza gettandosi dal balcone.
Note - NASTRO D'ARGENTO 1966 PER LA MIGLIORE REGIA E LA SCENEGGIATURA E A UGO TOGNAZZI (MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA).
- PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA AL FESTIVAL DI MAR DEL PLATA 1966.
- RESTAURATO NEL 1999 DALL'ASSOCIAZIONE PHILIP MORRIS PROGETTO CINEMA, IN COLLABORAZIONE CON LA TITANUS E LA FONDAZIONE CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA - CINETECA NAZIONALE,
Critica "(...) Io la conoscevo bene, diranno tutti coloro che si sono serviti della sua freschezza; al contrario, nessuno aveva penetrato nella confusa realtà dove nemmeno lei sapeva orientarsi (...). Non è soltanto la storia d'una provinciale bruciata (...) è anche un segnale d'allarme per chi si creda (...) in diritto di scagliare una pietra, assolvendosi con la pietà. Il film ha difetti (...) ma non tali da mettere in pericolo la solidità della struttura (...). L'interpretazione della Sandrelli (...) ha (...) una buona spontaneità di riflessi, sempre al livello di una naturalezza priva di retroterra culturale. Dei molti uomini (...) si devono ricordare almeno Tognazzi, nella sua parte d'un guitto (...) e Manfredi, che disegna un'equivoca figura di talent scout". (Giovanni Grazzini, "Corriere della Sera", 2.12.1965)