Il conte Tacchia

5,8

1982

Regia: S.Corbucci

Genere: Commedia

CAST

Salvatore Billa

Ninetto Davoli

Andrea Aureli

Giorgio Gobbi

Francesco Caracciolo

Marcello Martana

Enrico Montesano

Giuseppe Pambieri

Paolo Panelli

Anja Pieroni

Riccardo Pizzuti

Lia Zoppelli

Vittorio Gassman

Anita Durante

Zoé Chauveau



IL CONTE TACCHIA
Anno 1982
Durata 118
Origine ITALIA
Colore C
Genere COMMEDIA
Specifiche tecniche NORMALE
Produzione DAC
Distribuzione GAUMONT - GENERAL VIDEO
Regia
Sergio Corbucci
Attori
Salvatore Billa
Ninetto Davoli Ninetto
Andrea Aureli
Giorgio Gobbi Ivetto
Francesco Caracciolo Gualtiero
Marcello Martana
Enrico Montesano Checco/Conte Tacchia
Giuseppe Pambieri Lollo
Paolo Panelli Padre Di Checco
Anja Pieroni Elisa
Riccardo Pizzuti
Lia Zoppelli
Vittorio Gassman Principe Torquato
Anita Durante
Zoé Chauveau Fernanda
Soggetto
Luciano Vincenzoni
Massimo Franciosa
Sergio Donati
Sergio Corbucci
Sceneggiatura
Luciano Vincenzoni
Massimo Franciosa
Sergio Donati
Sergio Corbucci
Fotografia
Luigi Kuveiller
Musiche
Armando Trovajoli
Montaggio
Ruggero Mastroianni
Scenografia
Marco Dentici
Trama Al centro della storia c'è la rivalità tra due coppie: Checco Puricelli, innamorato di Fernanda, ed il marchese Lollo, invaghito della duchessina Elisa. Il guaio è che Checco si atteggia a conte, conte Tacchia per l'appunto, in quanto, essendo figlio d'un falegname, porta sempre in saccoccia qualche cuneo di legno, le "tacchie", per assicurare l'equilibrio di mobili e stipetti. Il sincero amore che lo lega a Fernanda non gli impedisce di pedinare la duchessina, per cui gli si scatena contro il risentimento e l'odio del marchese Lollo. Un nobile francese taccia gli italiani, ed in particolare i nobili romani, di codardia: Lollo fa di tutto per spingere il rivale Checco ad affrontarlo in duello. Il nostro viene creato vero conte dal re Vittorio Emanuele III e convinto a scendere in campo. Il duello si svolge in modo inconsueto e comico e termina senza vincitori né vinti: restano tutti due salvi. Chi morirà invece sarà il vecchio falegname, che, in compagnia allegrona e balorda con il principe Terenzi, nobiluomo inveterato ubriacone ma ammiratore di Checco, si "abbuffava" con l'amico durante lo scontro del figlio con il francese. Ambedue saranno trovati cadaveri con la bocca piena di spaghetti. Checco eredita i beni di Terenzi: ora può darsi alla bella vita. Invita i nobili a festeggiare il suo arrivo all'alta società, ma questi non la degnano di risposta. Invita allora i popolani, che ne approfittano con trasporto ed entusiasmo. Stravince poi i nobili al gioco d'azzardo e getta sul lastrico il padre della duchessina. Questa gli si attacca addosso sperando di riavere le cambiali firmate dal genitore e va a finire che lo convince a sposarla. Al momento solenne del "sì" però il nostro pronuncia un secco "no" e corre da Fernanda. Mentre quest'ultima trascorre un breve periodo in carcere per offesa a pubblico ufficiale, Checco parte volontario per la guerra di Libia, cade valorosamente e viene decorato con medaglia d'oro. Mentre il cantastorie di Roma lo celebra, egli torna per rimanere per sempre con la sua amata Fernanda.
Critica Con i soliti ingredienti (turpiloquio, colore locale, macchiette e buffonerie), il regista Sergio Corbucci confeziona un prodotto che fa la sua figura nel panorama del cinema popolare. (G.Grazzini - Cinema '83).