La leggenda del pianista sull'oceano

7,9

1998

Regia: G.Tornatore

Genere: Metafora

CAST

Tim Roth

Bill Nunn

Melanie Thierry

Gabriele Lavia

Peter Vaughan

Niall OBrien

Alberto Vazquez

Femi Elufowoju

Nigel Fan

Harry Ditson

Eamon Geoghegan

Easton Gage

Cory Buck

Sydney Cole

Vernon Nurse

Heathcote Williams

Andrew Dunford

Norman Chancer

Emanuele Gullotto

Michael Koroukin

Pruitt Taylor Vince

Clarence Williams III

Luigi De Luca

Katy Monique Cuom

Nicola Di Pinto



LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO
Anno 1998
Altri titoli La légende du pianiste sur l'océan
The Legend of 1900
The Legend of the Pianist on the Ocean
Die Legende vom Ozeanpianisten
La leyenda del pianista en el océano
Durata 165
Origine ITALIA
Colore C
Genere METAFORA
Specifiche tecniche TECHNOVISION, 35 MM (1:2.35)
Tratto da Monologo "Novecento" di Alessandro Baricco
Produzione FRANCESCO TORNATORE PER MEDUSA FILM, SCIARLO'
Distribuzione MEDUSA FILM - MEDUSA VIDEO.
Regia
Giuseppe Tornatore
Attori
Tim Roth Novecento
Pruitt Taylor Vince Max
Bill Nunn David Boodman
Clarence Williams III 'Jelly Roll' Morton
Melanie Thierry La ragazza
Gabriele Lavia Il contadino
Peter Vaughan Negoziante di strumenti musicali
Niall O'Brien Capo del porto
Alberto Vazquez Macchinista messicano
Luigi De Luca Macchinista napoletano
Femi Elufowoju Jr. Macchinista nero
Nigel Fan Macchinista cinese
Harry Ditson Capitano Smith
Eamon Geoghegan Sergente
Easton Gage Novecento a 4 anni
Cory Buck Novecento a 8 anni
Sydney Cole Musicista
Vernon Nurse Fritz Hermann
Heathcote Williams Dottor Klauserman
Andrew Dunford Caposquadra
Norman Chancer Discografico
Katy Monique Cuom
Nicola Di Pinto
Emanuele Gullotto
Michael Koroukin
Soggetto
Alessandro Baricco (monologo)
Sceneggiatura
Giuseppe Tornatore
Fotografia
Lajos Koltai
Musiche
Ennio Morricone
Montaggio
Massimo Quaglia
Scenografia
Francesco Frigeri
Arredamento
Bruno Cesari
Costumi
Maurizio Millenotti
Effetti
David Bush
Renato Agostini
Franco Ragusa
Claudio Savassi
Trama Un neonato viene trovato in un cesto nascosto a bordo del transatlantico Virginian che fa il percorso tra l'Europa e l'America. Lo prende con sé un operaio fuochista e gli dà il nome di Novecento, in omaggio al ventesimo secolo che sta cominciando. Novecento rimane sulla nave e, dopo la morte del padre adottivo, tutto l'equipaggio lo aiuta a crescere. Il ragazzino osserva il variopinto mondo dei passeggeri: i ricchi signori in prima classe, gli emigranti che sognano una nuova vita in America, le ragazze, le merci, la confusione. Da adulto, Novecento si accorge che suonare il piano è il suo grande interesse. Cosi comincia, allieta le serata in sala da ballo con l'orchestra, e la fama della sua bravura si diffonde anche a terra. Un giorno, raggiunto da queste notizie, Jelly Roll Morton, il più grande pianista jazz, sale a bordo per lanciargli una sfida pianistica. Novecento accetta e, dopo una fase iniziale di incertezza, si riprende e vince. Qualche tempo dopo, Novecento annuncia all'amico Max che ha deciso di scendere a terra. Ma quando è a metà della scaletta, guarda i grattacieli di New York e torna indietro. Dopo la II Guerra Mondiale, il Virginian deve essere demolito. Max sa che Novecento è ancora sopra, lo trova e cerca di farlo scendere. La nave viene fatta esplodere. E Max continua a raccontare una storia alla quale nessuno crede.
Note - REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1998.
- DAVID DI DONATELLO 1999 PER: MIGLIOR REGIA, MIGLIORE SCENOGRAFIA, MIGLIORE FOTOGRAFIA, MIGLIORE MUSICISTA, MIGLIORI COSTUMI E PREMIO DAVID SCUOLA.
Critica "Tratto dal monologo teatrale "Novecento" di Alessandro Baricco, il film trova il suo tema centrale nella 'vita', alla quale è sempre e comunque difficile far fronte. Il transatlantico diventa un microcosmo, proiezione di una umanità parcellizzata, una sorta di palcoscenico dove la vita va in scena in tutte le sue laceranti differenze. Film-metafora sulI'esistenza quotidiana, concepito a livelli concentrici, come un gioco-labirinto che, più ci si va dentro, più rivela incognite, timori, paure: i rapporti con gli altri, l'amicizia, la scoperta dell'amore, il rifiuto di crescere per evitare il momento delle scelte. Non poche pagine del racconto sfiorano la poesia, altre sanno più di compiaciuto e di artificioso, ma nell'insieme il film è costruito su immagini ariose e di grande respiro, attraverso le quali si muove una 'metafora intrisa di musica e storia: la decisione di non scendere e di non cambiare, l'impossibilità di comunicare, la musica come rifugio." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 126, 1998)