La stazione

6,9

1990

Regia: S.Rubini

Genere: Commedia

CAST

Sergio Rubini

Margherita Buy

Ennio Fantastichini

Michel Rocher

Mariangela Ayala

Mariella Capotorto

Pietro Genuardi

Jean Herbert

Nicola Misciagna



LA STAZIONE
Anno 1990
Durata 91
Origine ITALIA
Colore C
Genere COMMEDIA
Tratto da LIBERAMENTRE TRATTO OMONIMA COMMEDIA DI UMBERTO MARINO
Produzione FANDANGO
Distribuzione ACADEMY PICTURES - TWENTIETH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT (SILVER & GOLD)
Regia
Sergio Rubini
Attori
Sergio Rubini Domenico
Margherita Buy Flavia
Ennio Fantastichini Danilo
Michel Rocher Federico
Mariangela Ayala
Mariella Capotorto
Pietro Genuardi
Jean Herbert
Nicola Misciagna Silecchia
Soggetto
Sceneggiatura
Umberto Marino
Gianfilippo Ascione
Sergio Rubini
Fotografia
Alessio Gelsini Torresi
Musiche
Antonio Di Pofi
Montaggio
Angelo Nicolini
Scenografia
Luca Gobbi
Carolina Ferrara
Trama Il giovane Domenico, con la fidanzata lontana per un pellegrinaggio a Lourdes e una madre malata a carico, si reca ogni sera al suo lavoro di capostazione a S. Marco di Lamia compiendo sempre gli stessi gesti e le medesime azioni. L'ufficio dove trascorre le sue notti solitarie è semplice ma accogliente: Domenico passa il tempo guardando la televisione, studiando un po' di tedesco e cronometrando ogni cosa con meticolosa precisione. Ma una sera di pioggia torrenziale irrompe nell'ufficio un'affascinante ragazza, Flavia, che sconvolta vorrebbe raggiungere subito suo padre a Roma o sua madre a Milano. Purtroppo non ci sono treni fino alla mattina e la giovane è costretta a rimanere lì ad aspettare il convoglio. Pian piano fra i due si apre un dialogo: dapprima la ragazza ride per le piccole manie di Domenico e per il suo imbarazzo, poi lei, più colta ed emancipata di lui, comincia ad apprezzare la bontà di fondo del giovane e ad ammirare le sue doti. Flavia è fuori di sè poichè ha capito che il fidanzato Danilo non l'ama e vuole solo servirsi di lei, figlia di un facoltoso banchiere, per concludere un vantaggioso affare. Ella infatti è fuggita da una villa dei dintorni dove l'uomo l'aveva portata e non vuole più saperne di lui. Domenico l'ascolta, la comprende. Fra i due si instaura un rapporto di amicizia e di solidarietà: parlano e ognuno sfoga le proprie amarezze e svela le proprie aspirazioni. Ma ecco che irrompe con violenza Danilo, che vuole ricondurre Flavia con sè poichè l'affare senza di lei non si conclude. Gli si oppone e l'uomo inizia a picchiarla: Domenico, pur fragile e minuscolo al confronto di Danilo, lo affronta per difendere Flavia ma ha la peggio. Comunque con una mossa astuta riesce a far uscire Danilo dall'ufficio e a barricarsi lui e la ragazza dentro come in un bunker. Sono però isolati poichè l'energumeno ha messo fuori uso il telefono. Danilo, all'esterno, fuori di sè dalla rabbia e piuttosto ubriaco inizia a danneggiare la stazione, a rovinare l'automobile di Domenico e a profferire minacce di ogni tipo. Flavia e Domenico si sentono sempre più uniti: gli amici di Danilo l'hanno abbandonato e l'affare senza la ragazza è andato a monte. Ma Danilo non si arrende; alla fine riesce ad entrare nell'ufficio e a scagliarsi contro Domenico. Sta per avere la meglio quando il povero capostazione con uno stratagemma riesce a condurlo vicino ad un mobile difettoso, che lo colpisce in modo violento facendogli perdere i sensi e permettendo a Domenico di legarlo per consegnarlo poi ai carabinieri. Finalmente è mattina: Flavia può prendere il treno e tornare alla sua vita, ma qualcosa in lei è cambiato, sente che Domenico è stato importante per la sua esistenza e l'ha resa consapevole di sè. Tuttavia, dopo un attimo di esitazione e un bacio fugace, sale sul vagone e va via lasciando Domenico alle piccole semplici cose di ogni giorno.
Note DAVID DI DONATELLO 1991 PER MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE A SERGIO RUBINI, MIGLIORE ATTRICE A MARGHERITA BUY.
Critica Rubini non aspira, evidentemente, a un leone d'oro! Di nuovo nel suo film non c'è però solo una struttura narrativa teatrale perfettamente adattata al cinema. La novità sostanziale (ed è qualità abbastanza rara anche tra i veterani) è la capacità di far emergere più che descrivere minutamente e materialmente un ambiente e un'atmosfera. (Maria Fotia, La rivista del Cinematografo)