Un maledetto imbroglio

7,6

1959

Regia: P.Germi

Genere: Poliziesco

CAST

Pietro Germi

Claudia Cardinale

Franco Fabrizi

Cristina Gajoni

Claudio Gora

Saro Urzì

Nino Castelnuovo

Ildebrando Santafe

Silla Bettini

Rosolino Bua

Loretta Capitoli

Gianni Musy

Toni Ucci

Vincenzo Tocci

Antonio Acqua

Renato Terra

Antonio Gradoli

Rina Mascetti

Attilio Martella

Maria Saccenti

Alida Chelli

Elsa Canavazzi

Claudia Fabiani

Pietro Tordi

April Hennessy

Vinicio Recchi

Claudio Perone

Leandro Marini

Vittorio Scarabello

Eleonora Rossi Drago

Peppino De Martino

Nanda De Santis



UN MALEDETTO IMBROGLIO
Anno 1959
Altri titoli THE FACTS OF MURDER
Durata 110
Origine ITALIA
Colore B/N
Genere POLIZIESCO
Tratto da DAL ROMANZO "PASTICCIACCIO BRUTTO DE VIA MERULANA" (1947) DI CARLO EMILIO GADDA
Produzione GIUSEPPE AMATO PER RIAMA FILM
Distribuzione CINERIZ - DOMOVIDEO, MONDADORI VIDEO (IL GRANDE CINEMA)
Vietato 16
Regia
Pietro Germi
Attori
Pietro Germi Commiss. Ingravallo
Claudia Cardinale Assuntina Jacovacci
Franco Fabrizi Massimo Valdarena
Cristina Gajoni Virginia
Claudio Gora Remo Banducci
Eleonora Rossi Drago Liliana Banducci
Saro Urzì Il Maresciallo
Nino Castelnuovo Diomede Lanciani
Ildebrando Santafe' Il Commend. Anzaloni
Peppino De Martino Dottor Fumi
Silla Bettini Brigadiere Oreste
Rosolino Bua Il Parroco
Loretta Capitoli Camilla La Beduina
Nanda De Santis Zumira La Sdentata
Gianni Musy Glori Enea Retalli Il Ladro
Toni Ucci Toto' Il Chitarrista
Vincenzo Tocci Filone
Antonio Acqua Il Generale
Renato Terra Marchetti
Antonio Gradoli Maresciallo Mariano
Rina Mascetti Cassiera Del Bar
Attilio Martella Brigadiere Marchetti
Maria Saccenti Un'Inquilina
Alida Chelli La Cantante
Elsa Canavazzi
Claudia Fabiani
Pietro Tordi
April Hennessy
Vinicio Recchi
Claudio Perone
Leandro Marini
Vittorio Scarabello
Soggetto
Carlo Emilio Gadda
Sceneggiatura
Alfredo Giannetti
Pietro Germi
Ennio De Concini
Fotografia
Leonida Barboni
Musiche
Carlo Rustichelli
Montaggio
Roberto Cinquini
Scenografia
Carlo Egidi
Costumi
Bona Magrini
Trama In un appartamento di una vecchia casa signorile, nel centro di Roma, viene perpetrato un furto. Il commissario Ingravallo della squadra mobile, ha appena iniziato le indagini per scoprirne l'autore, quando nella stessa casa, nell'appartamento contiguo, viene commesso un assassinio. L'uccisa è Liliana Banducci, una donna ancor giovane e piacente, timida e riservata. Il nuovo delitto costringe il commissario ad estendere le indagini, che da principio procedono a tentoni, giacchè gli elementi che richiamano l'attenzione dell'indagatore sono slegati e frammentari. Si tratta soprattutto delle persone più vicine alla vittima: un cugino, sedicente medico, che l'uccisa riforniva periodicamente di denaro; il di lei marito, uomo taciturno e schivo; una servetta imbarazzata e sconcertante. I sospetti del commissario si accentrano sui due primi personaggi e le sue indagini lo portano a scoprire che entrambi mantengono dei rapporti con Virginia, una ragazza che, a suo tempo, prestò servizio in casa di Liliana. Attraverso pazienti indagini, alternate con astuti tranelli, il commissario s'avvicina a poco a poco alla verità, che appare in piena luce quando il ritrovamento di alcuni gioielli rubati permette di collegare il furto e l'assassinio. Il ladro e l'assassino sono la stessa persona: si tratta cioè del fidanzato di Assuntina, l'ultima servetta di Liliana. Costui, spinto da urgente bisogno di denaro, si è introdotto dapprima in casa del comm. Anzaloni, poi nel contiguo appartamento di Liliana Banducci. Scoperto da quest'ultima, ha perduto la testa e l'ha uccisa. Quando Ingravallo si reca ad arrestare l'assassino, che nel frattempo ha sposato Assuntina, permette che la donna non sia coinvolta nella triste vicenda visto che lei ha avuto solo il torto di nascondere la verità, della quale era venuta a conoscenza, per difendere l'uomo amato.
Note NASTRO D'ARGENTO PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA 1960.
MUSICA DIRETTA DA PIER LUIGI URBINI.
FONICO: ENRICO PALMIERI, BRUNO MOREAL.
AIUTO REGISTA: NINO ZANCHIN, MIRA BRTKA.
ORGANIZZATORE GENERALE: MARIO SILVESTRI.
Critica "(...) I protagonisti sono presentati con indubbia abilità (...) e ci appaiono nella dialettica contraddittorietà dei loro pregi e dei loro difetti (...). Su tutto il film domina la figura seria e un po' malinconica del commissario, con quel suo preciso puntiglio morale che lo porta a non deflettere, ad andare fino in fondo (...) E' una figura umanissima cui Germi (regista e attore) ha spaputo dare una veridicità ben superiore a quella di tanti più illustri precedenti americani (...)". (F. Valobra, "Cinema Nuovo" 1959 poi in "Il mestiere del critico" a cura di G. Aristarco).